Il tubo a serpente di Marco e Pietro Toigo rivoluziona l’intubazione nelle emergenze

Inventiva al servizio della medicina con uno strumento realizzato e brevettato da due fratelli di Puos d’Alpago. Sarà presentato giovedì 9 maggio a Milano durante un convegno

L’INVENZIONE

“Snake tube”, tubo a serpente. È nel nome di Asclepio e del suo relativo simbolo che due giovani fratelli di Puos, Marco e Pietro Toigo, hanno inventato e dato vita a un dispositivo medico ideato, realizzato e brevettato da loro. Un progetto che sarà presentato giovedì alla 30esima edizione dello “Smart meeting anesthesia resuscitation intensive care”, in programma a Milano dal 8 al 10 maggio.

“Snake tube original” non nasce da un’idea casuale, «ma dalla necessità di risolvere un problema concreto attuale», spiega Pietro. «Lavorando come medico anestesista mi sono reso conto di quanto l’intubazione, in emergenza e in tutti gli altri casi, sia legata all’abilità dell’operatore, oltre che dal seguire correttamente i vari passi per effettuare la manovra. Ci sono poi difficoltà ulteriori che possono pregiudicarne l’esito con conseguenze serie per il paziente. Capita troppo spesso in ospedale di vedere situazioni critiche di difficile risoluzioni con i mezzi a nostra disposizione. La voglia di inventare qualcosa per migliorare queste situazioni è sogno comune, a maggior ragione nel campo della sanità, dove un cambiamento può aiutare a salvare delle vite».

Il dispositivo consiste in un tubo orotracheale con la porzione distale orientabile tramite un mandrino scorrevole e dotato di una cuffia pneumatica innovativa. Il sollevamento automatico del tubo da parte dell’operatore, che ricorda appunto un serpente che si alza, è guidato da due parti gonfiabili poste ai suoi lati che ne obbligano la direzione verso l’alto, assicurando così al tubo di centrare la trachea.

«Conosco la manualità e l’inventiva di mio fratello Giacomo, così ho pensato di confrontarmi con lui per vedere cosa ne pensava, se potesse nascere un ragionamento da sviluppare insieme per migliorare le possibilità di riuscita dell’intubazione», spiega Pietro.

Il tubo orotracheale è usato principalmente nelle situazioni di emergenza, nel caso di pazienti con scarso controllo delle vie aeree, per esempio con paziente incosciente, oppure viene usato in caso di necessità di stabilizzazione delle vie aeree nel lungo periodo, come nel caso di interventi chirurgici.

Marco Toigo, esperto di informatica e congegni meccanici, non si è fatto pregare e ha raccolto la sfida del fratello: «Quando Pietro mi ha chiesto di pensare insieme a un sistema diverso per intubare, mi sono reso conto che conoscevo poco come funziona il nostro corpo. È stato affascinante capire tutti i meccanismi e le dinamiche coinvolte. Nel giro di circa tre mesi ho ideato e poi perfezionato, nei seguenti due anni e insieme a lui, un sistema a tubo flessibile di facile uso che migliorasse il funzionamento “alla cieca” e non dipendesse più dall’operatore. E questo è stato possibile immaginando una sua forma innovativa».

I materiali impiegati per lo “Snake tube” sono gli stessi attualmente in produzione per gli altri sistemi, il che favorisce il mantenimento di bassi costi di produzione e facilita la sua realizzazione. Un brevetto che è stato depositato e già approvato.

«Così la procedura da seguire nell’intubazione è agevolmente applicabile da chiunque e la riuscita dell’operazione molto più facile rispetto alle tecniche convenzionali», precisa Marco.

I fratelli Toigo esporranno la loro invenzione in fiera al 30esimo meeting di anestesia di Milano con un modello concettuale sviluppato in collaborazione con una ditta locale di stampa 3D (Plastoptic di Pieve di Cadore). A entrambi piacerebbe «che si investisse sull’idea per portarla avanti, considerati i tempi attuali dove l’innovazione può fare la differenza e il rimanere legati a sistemi precedenti potrebbe essere solo uno svantaggio in un mondo che cambia e si confronta con nuove sfide ogni giorno. Noi siamo pronti e crediamo nel progetto. L’idea che questo nuovo dispositivo possa salvare delle vite in più, in una situazione di emergenza o evitare altre procedure più invasive, è già per noi un traguardo che speriamo di vedere presto realizzato. Pensiamo di poter continuare su questa strada con serenità e i risultati siamo certi che arriveranno». —

Ezio Franceschini

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