Il tema Fondazione Vajont ravviva «un consiglio surreale»

La nomina di Zandomenego all’interno del cda provoca l’uscita dell’opposizione Romanin: «Nulla da obiettare sul nome, ciò che non va è il metodo della scelta»



Un consiglio comunale surreale, per la prima volta a porte chiuse per l’emergenza Coronavirus. La seduta ha avuto molti punti tecnici all’ordine del giorno con poco dibattito acceso se non qualche critica della minoranza, in particolare sul tema della Fondazione Vajont. «Una serata mai vista», ha detto il sindaco Roberto Padrin, «un consiglio a porte chiuse, forse per la prima volta nella storia. Questo è stato un piccolo segno di responsabilità nel rispetto delle distanze tra consiglieri in una giornata difficile per tutto il Paese. Ora non si potrà più sgarrare e si dovranno assumere comportamenti consapevoli e responsabili. Solo così usciremo da questo momento».

È stato anche il debutto della nuova segretaria comunale Gennj Chiesura. Nel dibattito sono state illustrate alcune manovre e variazioni di bilancio, commentate dal consigliere delegato Silvia De Biasi, e qualche punto è stato rinviato per necessari approfondimenti tecnici. Il gruppo di minoranza “Longarone, Castellavazzo una comunità” ha presentato alcune interrogazioni tra cui quella sullo stato dei lavori Anas sull’Alemagna e in via Uberti, affermando che la cittadinanza è ancora in attesa dell’incontro pubblico per spiegare modi e tempistiche di questi interventi che, sopratutto per Castellavazzo, saranno impattanti e causa di disagi.

«I lavori sono iniziati», commenta il consigliere Rizzieri Olivier, «e la popolazione si chiede cosa succederà nei prossimi mesi e, sinceramente, ce lo chiediamo anche noi».

L’Amministrazione risponde che in queste settimane, per ovvi motivi di emergenza, non è possibile convocare incontri pubblici. Sarà comunque premura dell’Amministrazione dare comunicazioni puntali sui lavori attraverso i vari canali. Unico momento forte è stato quello della discussione sulla Fondazione Vajont. Nei mesi scorsi il Comune aveva emesso un bando per individuare una persona da nominare all’interno del cda come previsto dallo statuto. Si è presentato un solo candidato ovvero Mario Zandomenego, nome poi comunicato al consiglio. La minoranza ha chiesto, invano, di sospendere la nomina, e poi di spostare questo argomento come ultimo punto all’ordine del giorno, in modo da poter abbandonare la seduta per protesta senza interrompere i lavori. «Niente da obiettare sul nome», spiega il capogruppo di minoranza Antonio Romanin prima di uscire con gli altri tre consiglieri, «ma il metodo non va. Non ci piace questa conduzione e il fatto che si sia presentato un solo candidato è di certo indice di un fallimento». Il sindaco ha replicato che tutto si è svolto a norma di legge, con un bando pubblico di cui è stato dato risalto sui vari organi di comunicazione istituzionali e non. —



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