Il socio si ritrova fuori dall’azienda: condannato l’altro

LONGARONE. La società scoppia. I due soci della Idropittura lavabile artigianale di Castellavazzo si rivedono in tribunale, dopo che Francesco Trevisan ha chiuso fuori Mauro Fedon, cambiando le serrature dell’ufficio con dentro diverso materiale, anche di un certo valore, invece di rivolgersi al giudice. Denunciato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose e assistito dall’avvocato Coppa, Trevisan è stato condannato a una multa di 200 euro e a un risarcimento danni di 800, dopo che Fedon si era costituito parte civile con Fontana.
Ma il domeggese Fedon non è ancora soddisfatto e ha presentato una serie di altre querele, che finora non hanno portato ad alcun processo. È passato per procura e tribunale anche ieri mattina e, non avendo avuto soddisfazione, si è sfogato: «Stanno archiviando tutto e dire che per sette anni sono rimasto senza il lavoro, che sapevo fare meglio. Ho dovuto inventarmi qualcos’altro, per tirare avanti, tra mille difficoltà, e sono qui a chiedere giustizia. Avevamo aperto questa fabbrica con la formula della società in nome collettivo, ma le cose non sono andate come avremmo voluto e, a un certo punto, mi sono ritrovato fuori senza alcuna possibilità di entrare nel mio ufficio».
Trevisan non pensava di aver commesso il reato per il quale è stato condannato in primo grado, figurarsi se sopporterebbe di essere di nuovo a processo per reati diversi dall’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose. «Personalmente ho fatto tutto quello che dovevo fare», chiude l’avvocato della parte offesa, Fontana, «aspettiamo eventuali mosse da parte della procura della Repubblica, non ci rimane altro da fare». (g.s.)
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