IL SENATUR IN CADORE Bossi: "Belluno appartiene al VenetoNon serve passare al Trentino"

Il leader del Carroccio, arrivato a Calalzo per festeggiare il compleanno di Tremonti insieme a Calderoli,  intrattiene i giornalisti al bar del suo albergo fino alle quattro del mattino. In primo piano, il tema del governo. Ad una precisa domanda sulla reazione del presidente Napolitano alle critiche ricevute risponde: ''Non credo che Napolitano ce l'avesse con Maroni. Io non ho sentito niente''
CALALZO.
No al referendum per portare i bagagli in Trentino Alto Adige. Sì alla società mista Provincia-regione per utilizzare le acque dei bacini. Ok allo statuto veneto perché prevede l’autogoverno, non la secessione. No a Galan, come ministro dell’Agricoltura, finché non si decide a difendere gli agricoltori come si meritano. Sì al voto anticipato, no a Fini.

Mentre Giulio Tremonti e Roberto Calderoli sono a Roma, per rendere omaggio a Cossiga, Umberto Bossi, il leader della Lega, esterna a Calalzo, di mattina, di notte, di pomeriggio, di sera. E a pranzo riceve il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin, l’on. Franco Gidoni, il segretario regionale della Lega Gobbo.

Ministro, perché un no così secco al referendum per consentire ai Comuni bellunesi che lo vogliono di trasferirsi in Trentino Alto Adige?
«E’ un’operazione inutile. Basta aspettare il federalismo e anche gli enti locali bellunesi riprenderanno vigore».

Insomma non volete la secessione nemmeno all’interno del Veneto.
«Belluno appartiene al Veneto, quindi non mi sembra che il referendum sia utile».

Ma col federalismo rimarranno le distanze tra Belluno ed il Trentino o la Provincia di Bolzano?
«Loro sono un po’ più ricchi, ma il federalismo riduce le differenze. Non si dimentichi che abbiamo già ridotto i quattrini che andavano a Bolzano. Insomma, non bisogna prendere lucciole per lanterne. Bisogna avere la pazienza di aspettare».

C’è un altro problema per il quale i Bellunesi stanno perdendo la pazienza: quello della gestione delle acque, dei bacini, dei laghi. Quando vi sarà il sospirato provvedimento nazionale?
«Dopo la Finanziaria. Faremo una società mista provinciale e regionale per utilizzare le acque dei laghi e dei bacini idroelettrici».

Alla presentazione della bozza dello Statuto Veneto in giro per l’Italia ci si è stracciati le vesti, perché Lega e Pdl vorrebbero introdurre la secessione.
«Macché. Lo statuto veneto parla di autonomia, non di secessione. L’autonomia è un’altra cosa, è riconoscere a ciascuna regione un po’ di possibilità di autogestione. Siete voi giornalisti che parlate di secessione alla veneta, perchè avete la coda di paglia, avete paura di perdere lo stipendio».

Lei, dunque, considera questo statuto come un modello? Lo consiglia ad altre regioni?
«A chi ha la forza per farlo sì, ma prima deve vincere le elezioni ed avere i governatori. Un governatore che creda al processo di autonomia. Di più, nel processo di autonomia c’era anche una cosa molto positiva: la riduzione del numero dei consiglieri regionali perchè lo statuto del Veneto non era stato fatto fino ad oggi da Galan e soci perchè lui non voleva ridurre il numero dei consiglieri regionali».

A proposito di Galan...
«Galan? Ma l’hai mai visto un ministro che denuncia il suo governo all’ Europa?».

A proposito di quote latte...
«Sì. Non si deve toccare l’agricoltura del territorio padano. Porterò gli agricoltori da Tremonti e da Berlusconi. Si deve rimettere mano al tavolo in Europa. Zaia andava a negoziare, il ministro Galan invece non lo fa. E per quanto riguarda le quote latte, il ministro Galan dice che sono cazzate anche quelle dei carabinieri (che hanno indagato sugli sforamenti di numerosi agricoltori, ndr). Adesso, in regione Veneto, c’è il sistema di Zaia, che è molto più pulito. Galan c’era una volta e adesso non c’è più».

Ministro, ritornerà in Cadore il 28 agosto per la festa della Lega e del Pdl a Vallesella?
«Certo che ritornerà», risponde, al posto di Bossi, il segretario Gobbo, confortato con un assenso dal presidente Bottacin.

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