Il romanzo di Aquini va dallo psichiatra

CESIOMAGGIORE
Il romanzo è sotto perizia. Il manoscritto “Nemesio ed Erostrato” sequestrato alla famiglia Aquini durante la perquisizione del 27 settembre è passato dalle mani dei carabinieri della Compagnia di Feltre a quelle del consulente della Procura della Repubblica, Alessandro Pesavento.
Sarà lo psichiatra padovano a stabilire se quei due quaderni a righe scritti con la biro blu o nera possono essere stati scritti da Erostrato oppure se gli indagati non c’entrano niente. Una parola definitiva che dovrebbe chiudere le indagini preliminari, dopo la consulenza informatica, quella calligrafica a cura della grafologa padovana Nicoletta Cavazzana e gli esami del Ris dei carabinieri di Parma sulle lettere inviate dal mitomane di Cesio, alla ricerca di tracce biologiche da confrontare con il Dna prelevato ai sospettati.
Pesavento ha già sentito i due ed è in grado di fare tutti i raffronti necessari, prima dell’avviso di garanzia della magistratura, della richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione da parte del sostituto procuratore Marcon.
In quella mattina di fine settembre erano stati sequestrati anche un paio di pennarelloni di colore rosso e alcuni sacchetti da congelatore. Perché Erostrato ha scritto le lettere con la penna in tinta e il sacchetto delle caramelle gommose alla frutta con gli spilli era custodito in una busta da freezer. È rimasto all’aperto, nel cortile dell’asilo di Cergnai, tutta la notte tra il 21 e il 22 gennaio, prima di essere raccolto da una maestra.
Il romanzo, ma c’è chi lo chiama memoriale, parte dai tempi dell’asilo di Nemesio Aquini e del pastore. Le due vite parallele partono da quando i due protagonisti sono molto piccoli e non possono sapere che i loro destini si intrecceranno quasi una settantina di anni dopo. In giro per le pagine ricopiate in bella da un carabiniere feltrino si trovano riferimenti letterari ad Alberto Moravia e il suo “La vita interiore”, nel quale uno dei protagonisti si chiama Erostrato Occhipinti e ad Alessandro Verri, che nel 1815 ha scritto “La vita di Erostrato”. Non è più tempo di Jean Paul Sartre e della novella “Erostrato” contenuta nella raccolta “Il muro”.
In un paragrafo si spiegherebbe anche perché Erostrato ha scelto il nostro giornale come destinatario di tre lettere senza polverina bianca e un cronista in particolare, ma il motivo sarà chiarito più avanti, quando le indagini saranno terminate. —
Gigi Sosso
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