Il rifugio San Marco riapre sabato e festeggia 125 anni

SAN VITO
Il rifugio San Marco riapre i battenti sabato festeggiando i 125 anni di vita. Un tuffo nel passato: al San Marco il tempo pare essersi fermato.
Il rifugio è stato fondato nel 1895 dai baroni del Cai di Venezia, uno dei sette avamposti di montagna fortemente voluti dalla Serenissima (gli altri sono i rifugi Vandelli, Chiggiato, Venezia, Fallier, Coldai e Mulaz, quest’ultimo sulle Pale di San Martino).
Venne fondato ex novo, riuscendo miracolosamente ad uscire indenne dalle due guerre mondiali: per questo motivo la struttura ancora in piedi oggi si avvicina di molto a quella originaria.
Fonte di stupore per chi lo raggiunge per la prima volta, incastonato tra Sorapis, Marcora ed Antelao sul territorio di San Vito, il rifugio San Marco da trent’anni è gestito dalla famiglia Ossi: papà Marino, mamma Iva e la figlia Tania.
In precedenza era stato gestito da Angelo Del Favero, detto Aucel, per ben 55 anni prima di passare nelle mani della figlia Vittoria e del marito Bepo Zvighel “il tedesco” .
Prima dell’avvento della famiglia Ossi si registra l’esperienza “amorevole” di Lucia De Lucia, capace di gestire da sola il rifugio San Marco per una ventina d’anni. Curiosità: tutte le famiglie che hanno gestito il San Marco sono originarie di San Vito.
«Il rifugio rispecchia fedelmente il nostro modo di vivere e vedere la montagna», racconta Tania Ossi, «luoghi semplici ma veri, dove il rapporto umano si fa subito stretto ed il clima familiare. La montagna, come il rifugio, è sinonimo di condivisione. Sarà così anche quest’anno, nonostante l’avvento del coronavirus. Ci siamo adeguati alle normative ma quello che non cambierà sarà l’accoglienza dei nostri clienti, prima di tutto amici. Saranno tutti il benvenuto».
Fiducia ed ottimismo nell’estate speciale del San Marco che prima ancora di riaprire i battenti ha già fissato due eventi in agenda: una “due giorni” dedicata allo yoga ad alta quota in programma il 27 e 28 giugno ma soprattutto il Sorapis Vertical Run del 20 settembre, data indicata al momento dai gestori come quella di chiusura della stagione estiva.
Già, l’estate: che stagione sarà per il rifugio San Marco?
«Le prime prenotazioni sono già arrivate, siamo soddisfatti di questo», ha risposto Tania Ossi, «qualcosa insomma si muove, questo ci permette di guardare al futuro con rinnovata fiducia dopo quanto accaduto nei mesi scorsi. Il coronavirus ha prodotto un aspetto positivo per la montagna. Ha riavvicinato soprattutto il turista italiano che quest’anno prediligerà più le terre alte al mare come non era mai successo prima. Negli anni scorsi abbiamo registrato un gran numero di turisti stranieri, quest’anno la tendenza si presenta diversa, almeno inizialmente. Anche gli italiani finalmente hanno riscoperto i veri valori della montagna, fatta di cose semplici e genuine. Una vacanza ad alta quota aiuta corpo e mente oltre a garantire la giusta serenità dal punto di vista della sicurezza sanitaria».
Nessuna novità nella gestione quotidiana del rifugio, affidata alla famiglia Ossi in tutte le sue componenti. Da sabato, fino al 20 settembre, il rifugio San Marco sarà sempre aperto, anche per il pernottamento. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi