Il primario di cardiologia di Pieve Jacopo Dalle Mule patteggia

BELLUNO. Il primario del reparto di cardiologia dell’ospedale di Pieve di Cadore, Jacopo Dalle Mule, attualmente sospeso dal servizio, ha patteggiato sei mesi di reclusione, sostituiti con una pena pecuniaria di 45.000 euro, per il solo reato di abuso d’ufficio. Sono, dunque, cadute le iniziali accuse di peculato, truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio, inizialmente contestate al noto professionista dalla procura della Repubblica di Belluno. Lo stesso pubblico ministero Antonio Bianco aveva chiesto l’archiviazione delle tre pesanti accuse, mantenendo solo l’abuso d’ufficio, contestato al cardiologo per aver utilizzato le apparecchiature dell’ospedale di Pieve per visite urgenti di alcuni suoi pazienti privati.
Nella richiesta di archiviazione delle tre pesanti accuse, poi accolta dal gip Aldo Giancotti, il pm Bianco sottolineava che “all’esito delle indagini”, era emerso che il reparto diretto da Dalle Mule aveva “agevolmente raggiunto e superato la soglia-obiettivo posta dall’Usl quanto a prestazioni sanitarie da erogare all’esterno”. Archiviata anche l’inchiesta a carico della moglie, Lieta Arrigoni, inizialmente indagata col primario, per concorso in truffa. L’udienza, che ha chiuso definitivamente una vicenda giudiziaria che aveva destato molto scalpore a Belluno e fuori provincia, per la notorietà del professionista finito sotto inchiesta, s’è tenuta stamattina, davanti al giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini. Soddisfatto l’avvocato Sandro De Vecchi che ha sottolineato come per il suo cliente si sia ridimensionata una vicenda che gli ha procurato grandi sofferenze.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi