Il pm aveva chiesto misure anche per gli altri indagati
CORTINA. Se da una parte il gip Giorgio Cozzarini ha accolto la richiesta del pubblico ministero Antonio Bianco di porre il sindaco Andrea Franceschi agli arresti domiciliari per il rischio di reiterazione dei reati di turbativa d’asta, abuso d’ufficio e violenza privata, dall’altra ha respinto quelle riguardanti gli altri tre indagati, ossia il vicesindaco Enrico Pompanin, l’assessore Stefano Verocai e l’imprenditore cortinese Teodoro Sartori. Anche per costoro, infatti, il pm aveva chiesto misure cautelari restrittive. Nell’ordinanza, il gip di Pompanin dice infatti: «Pompanin ha senz’altro assunto un ruolo di rilievo» nell’appalto dei rifiuti. «Tuttavia - continua - non pare che senza il coinvolgimento del sindaco, l’azione dell’assessore avrebbe avuto la stessa necessaria efficacia».
Di Verocai invece dice: «Come ha spiegato il suo ex collega Alfonsi, le sue condotte sono state ispirate, oltre che da una concezione proprietaria del territorio comunale, da ragioni strettamente personali, perché egli voleva, a tutti i costi, che i servizi di controllo della circolazione non interessassero la sua zona di abitazione e lavoro». E conclude: «Il rischio che Pompanin e Verocai commettano altri analoghi reati astrattamente sussiste, ma non è così concreto e impellente, da richiedere l’applicazione di una misura cautelare».
Per il gip Cozzarini “considerazioni analoghe valgono” per l’imprenditore Sartori: «Egli non è pubblico amministratore. L’interesse economico che lo aveva indotto a delinquere è stato raggiunto. Non si ravvisa il potenziale presupposto di fatto di ulteriori accordi collusivi illeciti».
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