«Il pediatra non visitò la mia bambina»

FELTRE. Il pediatra non visitò la bimba. Il libero professionista (a gettone) trevigiano Bruno Granati è a processo per omissione d’atti d’ufficio, per fatti avvenuti nel reparto dell’ospedale di Feltre. Ce l’hanno portato i genitori di una bimba di origine senegalese, che all’epoca dei fatti aveva 17 mesi. La coppia vive a Cesiomaggiore e ha anche un figlio maschio.
Due le mancate visite contestate, tra la sera del 4 e il pomeriggio del 6 dicembre 2014, eppure una successiva radiografia evidenzierà una frattura.
Tra i protagonisti del processo, c’è anche un lecca lecca: la piccola l’ha afferrato o no? Il papà dice di non averlo mai visto, mentre un’infermiera lo contraddice, sostenendo che quel braccino si è allungato per prenderlo, dunque tanto grave la situazione non era.
L’uomo, che è un tecnico sanitario e d’igiene, si è costituito parte civile con l’avvocato Rech e ha raccontato che era appena tornato dal lavoro e stava pregando, quando si è accorto che la piccola era sofferente, perché non riusciva a stringere una palla con la manina sinistra. «L’ho portata al pronto soccorso alle 21.30 e mi hanno dato un’impegnativa per la pediatria. Qui il dottore mi ha detto che non si vedeva niente e lui non aveva poteri magici. Sono tornato di sotto, per capire come mai il medico non volesse visitare mia figlia, prima di tornare a casa senza aver fatto niente».
Il padre tornerà in ospedale due giorni dopo, perché la bambina continuava a provare dolore e a lamentarsi. La trafila è la stessa e stavolta, quello che cambia è il risultato: «Il dottore mi ha spiegato che la piccola aveva solo paura, sorprendendosi del fatto che fossi di nuovo in ospedale. Mi sono arrabbiato e ho chiamato i carabinieri. Finalmente viene fatta una radiografia e si scopre che il braccio è rotto e c’è bisogno del gesso. Non ho mai visto quel lecca lecca, di cui si sta parlando».
La madre è andata in ospedale solo la seconda volta: «Mia figlia stava giocando con suo fratello, quando è caduta dal divano. È stato mio marito ad accorgersi che aveva un problema al braccio e a portarla al pronto soccorso la prima volta. La piccola era sofferente e si calmava solo quando le davo il latte. Ha dovuto portare il gesso per un mese, dopo il secondo accesso, e questo significa che stava male».
Ma chi decide come procedere? L’ha spiegato il dottor Stefano Marzini, il direttore della pediatria, al legale di parte civile dell’Usl, Coppa: «Decide il pronto soccorso. È il soggetto dominante. Detto questo, il pediatra non può rifiutarsi di visitare un paziente. Io l’ho fatto anche quando mi è capitato un ragazzo di 15 anni, che pure non è più in età pediatrica». Il rapporto con Granati, che è difeso dal padovano Locatelli, si è interrotto. Il processo riprenderà il 22 febbraio.
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