Il palcoscenico del web soccorre una cultura che non vuole fermarsi

“Una montagna di libri” si evolve e va avanti in streaming Chiamulera: «E l’interazione sarà garantita tramite i social»



Un modo nuovo di fare cultura: è l’esperimento di “Una montagna di libri” ai tempi del coronavirus. L’iniziativa porta la firma del deus ex machina della rassegna, Francesco Chiamulera, che in tempo di limitazioni ha trovato il modo per andare ugualmente avanti, incontrando il suo vasto pubblico non più in sala ma sul web.

Un deciso salto verso il futuro, tutt’altro che al buio, studiato nei minimi dettagli con professionalità e quel pizzico di leggerezza che anche di questi tempi non guasta.

«Oggi scopriamo che la tecnologia non è un male come qualcuno per tanto tempo ha provato a farci credere ma un bene», sottolinea l’ideatore del fortunato format culturale che da dieci anni anima la vita culturale ampezzana nelle sue due versioni, estiva ed invernale, «la globalizzazione ci tende la mano offrendoci la possibilità di ovviare all’attualità in maniera creativa. Dopo un primo momento di legittima preoccupazione, probabilmente di shock, ci siamo rimboccati le maniche facendo di necessità virtù».

Già, e come? Proponendo alle centinaia di affezionati seguaci di “Una montagna di libri” un canale digitale attraverso il quale riprodurre uno streaming live a cadenza periodica all’interno del quale concentrare quelli che fino a poche settimane fa erano incontri in sala.

«Il pubblico che in sala applaude ed ascolta divertito oggi potrà interagire commentando attraverso i social», prosegue Chiamulera, «inizialmente proporremo i contenuti di “Una montagna di libri” sulla pagina Facebook e sul canale Youtube dedicato, ma stiamo già lavorando per ampliare l’offerta abbracciando Instagram e il nostro sito ufficiale. Sono contenuti che non si realizzano in pochi minuti, servirà del tempo; ma l’iniziativa rappresenta una felice sperimentazione utile anche in ottica futura. I tempi moderni ci impongono un’attenzione particolare al mondo dei social purché questi vengano utilizzati in maniera consapevole e soprattutto intelligente. In tempi di isolamento il web si presenta come un fedele amico su cui poter fare affidamento. Un amico che, guardandoci indietro, altri non hanno avuto la fortuna di avere. Penso agli “anni di piombo” in cui i figli della borghesia venivano spediti a Cortina con un libro in mano. L’isolamento, oggi, grazie ai tanti strumenti tecnologici a nostra disposizione aiutano a rendere il momento come uno svago e non come una prigione».

Spazio ai contenuti dunque; però tutt’altro che facili da realizzare.

«È difficile racchiudere il racconto di un libro nei tempi richiesti dal web, ma ci siamo riusciti anche grazie al supporto degli autori», conclude Chiamulera che a breve vedremo dietro lo schermo di pc e smartphone seduto al fianco di Jan Brokken, Lodovica Cima, Marco Tedesco, Paolo Landi e Alberto Flores d’Arcais tanto per citarne alcuni, «ogni contenuto oscilla tra i cinque e i dieci minuti. Non saranno pillole di cultura. L’iniziativa non ha valore simbolico, ci crediamo e ci crediamo fortemente. Inauguriamo una nuova frontiera, convinti che tornerà utile anche quando l’emergenza coronavirus sarà terminata» . —



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