Il mistero di Luciano Cobianchi torna a "Chi l'ha visto?"

A 55 anni dalla scomparsa, c'è chi pensa sia ancora vivo; e sulla sua vicenda nuovi interrogativi
Luciano Cobianchi
Luciano Cobianchi
 
DOMEGGE.
Domani sera "Chi l'ha visto" tornerà, per la seconda volta, sulla scomparsa risalente al 1956 di Luciano Cobianchi (che oggi avrebbe 67 anni). Svanì nel nulla a Domegge l'11 luglio 1956, ma molti credono sia ancora vivo. Il giovane, 12enne originario di Fiesso Umbertiano, faceva parte del gruppo di seminaristi di Casier di Treviso ospiti di Casa Barnabò per una breve vacanza. La mattina di quel mercoledì 11 luglio, i ragazzi andarono a visitare la chiesa di Domegge.  Poi, accompagnati da padre Zaccaria, si spinsero al di là del Piave, imboccando la strada in direzione del rifugio Padova. Dopo poche centinaia di metri, però, furono richiamati perché il pranzo era pronto. Tornarono tutti indietro tranne uno, Luciano Cobianchi, che avrebbe detto ai compagni "Vado a conquistare l'ultima vetta e poi torno". Ma in quel momento cominciò il mistero della sua scomparsa, che dura ancora.  Dopo averlo cercato insieme ai seminaristi, alla sera i sacerdoti diedero l'allarme ed ebbero inizio ricerche ad ampio raggio, alle quali partecipò per giorni anche la popolazione. Nei giorni successivi i carabinieri di Lozzo verbalizzarono numerosi avvistamenti. Circolò anche l'ipotesi che il bambino avesse potuto prendere un treno alla stazione di Calalzo. Il caso non fu mai risolto. In seguito altri misteri resero la vicenda più inquietante. Il nipote di Luciano Cobianchi, che vive a Fiesso Umbertiano, conserva le lettere che lo zio aveva mandato dal seminario di Casier di Treviso, nel quale era stato accolto a dieci anni. Tra esse ce n'è una che porta la data del 12 luglio 1956, il giorno successivo alla scomparsa, nella quale Luciano parlava della vita che conduceva a Domegge. Oltre che per la data, questa lettera ha destato perplessità anche per la calligrafia, apparsa a molti differente da quella delle altre. Tuttavia una successiva perizia ha stabilito che la paternità della lettera è proprio del giovane Luciano. Infine c'è un altro elemento sorprendente nella vicenda. Nel 1956 Il parroco di Fiesso, che si era interessato per l'ingresso in seminario di Luciano Cobianchi, era don Mario Bisaglia, che fu ritrovato morto nell'agosto 1992 proprio nel lago del Centro Cadore. Inizialmente classificato come suicidio, l'episodio fu poi considerato come omicidio, anche se non fu mai fatta luce su autori e movente.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi