Il governo chiude l’ufficio dedicato ai lavori nelle scuole Timori per il futuro

Dal 2014 il Comune programmava gli interventi nei plessi da finanziare attraverso lo sblocco del patto di stabilità 
Allegranzi Follina Marcia no pesticidi all'abazia
Allegranzi Follina Marcia no pesticidi all'abazia

BELLUNO

In quattro anni ha permesso di avviare lavori sugli edifici scolastici italiani per 10 miliardi di euro. Soldi che in gran parte erano dei Comuni, ma non li potevano spendere per i vincoli del Patto di stabilità. Il lavoro fatto dalla struttura di missione per la riqualificazione del patrimonio scolastico è stato importante, ma è finito. Non perché non ci siano più interventi da fare, tutt’altro, ma perché «il governo in carica non ha rinnovato il mandato della struttura», si legge nel sito ufficiale di Italiasicura Scuole, ufficio istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

I decreti legge Sblocca scuole dal 2014 ad oggi hanno permesso di svincolare, grazie all’allentamento del patto di stabilità, un miliardo e 196 milioni di euro e dunque di finanziare oltre quattromila interventi di sistemazione negli edifici scolastici. Un altro miliardo e duecento milioni è stato stanziato con l’operazione Scuole sicure (prevede, fra l’altro, contributi per gli adeguamenti sismici). Belluno è fra i Comuni che più si è impegnato per sfruttare tutte le occasioni utili per finanziare interventi sulle scuole, tant’è che nel capoluogo in quattro anni sono stati previsti (e in molti casi conclusi) lavori per oltre cinque milioni e mezzo di euro.

«Investire nella scuola vuol dire investire nel futuro dell’Italia», si legge nel comunicato diffuso dalla struttura governativa. Ne è convinto anche il sindaco Jacopo Massaro, che contesta duramente la decisione presa dal governo. «Questa missione era importantissima perché ci permetteva di programmare i lavori», spiega Massaro. «Stiamo già preparando i progetti per il prossimo anno, ora cosa dovremo fare? Rischiamo di non poter più spendere l’avanzo di amministrazione».

Ma non era stato sbloccato dal decreto Milleproroghe, che la Camera discuterà a settembre e che il Senato ha già approvato? «No, perché quel provvedimento è spalmato su cinque anni e per il 2018 prevede lo sblocco solo di 140 milioni di euro. Per il Comune di Belluno stiamo parlando della possibilità di spendere, fuori patto, 50 mila euro. Quest’anno ci sono stati autorizzati, solo per l’edilizia scolastica, lavori per 3,6 milioni di euro».

Il Comune, inoltre, sta valutando l’ipotesi di creare un polo scolastico moderno e innovativo nella prima periferia della città, per farlo andare a braccetto con quello che sorgerà in centro storico dopo la ristrutturazione delle Gabelli. «Vogliamo rifare le scuole verdi di Cavarzano», continua Massaro. «Abbatterle e ricostruirle, utilizzando una linea di finanziamento che esisteva, fino ad oggi, per questi interventi».

«Quello che funziona non dovrebbe essere smantellato anche se l’ha fatto chi è venuto prima di noi», aggiunge l’assessore all’istruzione Valentina Tomasi. «E questa struttura lavorava bene. Per noi era un punto di riferimento fondamentale e le linee di finanziamento che erano state attivate ci hanno consentito, in quattro anni, di fare moltissime sistemazioni negli edifici scolastici, abituando gli enti locali a un modo nuovo, ed efficace, di lavorare e di programmare l’attività. Adesso che siamo entrati a regime si cambia tutto? E come dovremmo comportarci con i progetti che stiamo iniziando a preparare per lavori da effettuare l’anno prossimo? Se non si dà ai Comuni la possibilità di spendere l’avanzo, programmando i lavori, come si pensa di fare?». —



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