Il giudice di Perugia non ha ancora deciso sull’omicidio Corazzin

PIEVE DI CADORE. Caso Corazzin, la decisione slitta. Salvo sorprese, arriverà dopo la pausa estiva il provvedimento del gip di Perugia, Lidia Brutti, sull’opposizione all’archiviazione del fascicolo per l’omicidio della ragazza friulana rapita a Tai di Cadore.

Gli indagati Angelo Izzo, Giovanni Guidi, Enrico e Fabio Annoscia e Serafino Di Luia dovranno aspettare ancora ed è passato quasi un mese dall’ultima udienza del 6 luglio. Il sesto indagato Giampietro Parboni Arquati è deceduto.

Rossella Corazzin sarebbe stata uccisa nella villa in riva al Trasimeno di Francesco Narducci. La Procura perugina ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta aperta dopo le dichiarazioni del “mostro del Circeo” Izzo alla magistratura bellunese dell’agosto 2015, ma la zia della giovane donna Giuseppina Trevisan si è opposta e il giudice Brutti si è riservata la decisione. Potrebbe archiviare una volta per tutte, disporre nuove indagini su fatti del 1975 o ancora ordinare l’imputazione coatta e, quindi, il processo, dopo 44 anni.

L’avvocato di Izzo, Rolando Iorio del foro di Avellino è sorpreso dei tempi lunghi della decisione: «Mi aspettavo pochi giorni di attesa e, invece, non mi è ancora stato notificato niente dal Tribunale. Sono in contatto con alcuni colleghi perugini, che non mi hanno comunicato niente. Strano che stia passando tutto questo tempo. A questo punto mi sa che se ne debba andare anche agosto».

È stato propri Izzo a innescare il procedimento penale, in particolare con la dichiarazione al procuratore Francesco Saverio Pavone «facemmo come al Circeo» ed è il primo a volere il processo. Ai primi di luglio, in videoconferenza dal carcere di Velletri, ha aggiunto: «Processatemi, devo togliermi un peso dalla coscienza». Gli altri indagati, invece, negano di entrarci qualcosa, prima con il rapimento e poi con l’uccisione della 15enne di San Vito al Tagliamento. Si aspettano l’archiviazione, che però non è ancora arrivata. —

Gigi Sosso

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