Il gemellaggio tra le Misericordie

LONGARONE. Un gemellaggio all'insegna dei valori della solidarietà e di due tragedie comuni quello siglato in sala consiliare tra la Fraternita di Misericordia di Longarone con la sezione storica di Firenze.
«Questa cerimonia - ha detto il sindaco Roberto Padrin - ha il duplice significato di dare riconoscimento all'attività della nostra Misericordia e di creare un legame con quella di Firenze, la più antica e grande del mondo fondata nel 1224. Quando qualche ho fatto visita alla sede di Firenze subito mi è stata fatta la proposta di questo gemellaggio che si basa sul fatto che la loro sezione fu partecipe dei soccorsi del Vajont e diede poi l'impulso alla fondazione nel 1972 del sodalizio longaronese. Poi Firenze fu coinvolta nell'alluvione del 1966, anche quella una tragedia dell'acqua che colpì l'immenso patrimonio culturale. Motivi che han spinto all'unione simbolica tra queste due realtà che pongono le loro basi nel servizio verso il prossimo. Infine voglio ringraziare tutti i volontari del passato e di oggi». E Claudio Sacchet, governatore della Misericordia di Longarone: «questa è una delle pagine più belle della nostra storia associativa scritta negli anni da tante persone che hanno donato in silenzio il loro servizio. Alcuni non ci sono più come il fondatore Aldo De Col o Luigi Barzan a cui è dedicata la casa di riposo, altri sono qui ancora presenti come il primo governatore Nicola David, i soci con croce al merito Gilberto Lazzarin e Ernesto Olivier e l'ex sindaco Gioachino Bratti. Questo gemellaggio è un gesto di fratellanza e impegno sociale, gli stessi valori espressi con l'intervento nei giorni dopo il Vajont. Grazie a chi ci ha sempre supportato come l'amministrazione comunale, i volontari, le nostre famiglie e tutti i benefattori che ci danno una mano per andare avanti sempre al meglio».
Gli fa eco Alessandro Ghini, responsabile della Misericordia di Firenze: «questo è un gesto semplice che però è fondato sulla comunanza di valori e esperienze comuni con le due grandi tragedie che abbiamo vissuto. La nostra organizzazione in Toscana è grande con 13mila soci ma la nostra sede è aperta a tutti come una famiglia. Come dono ho un documento dell'11 ottobre 1963 che attesta la pronta disponibilità della nostra sezione ad intervenire per dare aiuto alle popolazioni colpite dal Vajont». Alla cerimonia erano presenti anche Francesco Ravello, Elvezio Galanti e Nicola Casagli del dipartimento di geologia dell'università di Firenze, oltre che a diversi amministratori locali come l'assessore al sociale Ali Chreyha. (e.d.c.)
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