Il furto non gli riesce e chiama i carabinieri Prosciolto un feltrino
FELTRE. Fallisce un furto e chiama i carabinieri. V.D.B. si è addirittura autodenunciato, regalandosi un processo. Ma ieri, dopo aver ascoltato medici e operatori sanitari, il pubblico ministero Pesco ha chiesto una sentenza di proscioglimento al giudice Feletto, pur con la misura di sicurezza del ricovero in una struttura adeguata, figurarsi il difensore Patelmo, che segue l’imputato da più trent’anni. C’era una mezza idea di una perizia psichiatrica, ma non avrebbe aggiunto niente che già non si sapesse. Soldi buttati via.
Non doversi procedere perché non imputabile e nessuna misura da osservare, del resto c’è già un fascicolo di certificati molto esauriente sul caso di questa persona, che è passata da una ventina di ricoveri in Psichiatria al carcere e all’ospedale psichiatrico giudiziario.
Il 31 luglio 2015 l’uomo stava girando per Feltre, quando si è concentrato su un locale pubblico. Ha cominciato a prendere a sassate la porta d’ingresso e ne ha avuto ragione, ma una volta all’interno non è riuscito a portare via il cambiamonete. Aveva bisogno di soldi, ma non ce l’ha fatta ad assicurarseli, pertanto a sorpresa ha chiamato i carabinieri della vicina stazione e si è autodenunciato per tentato furto. Una cosa che Patelmo non aveva mai sentito, in tanti anni di carriera forense, ma anche un punto fermo dell’arringa difensiva, dopo che lo psichiatra aveva descritto il disturbo della personalità e della condotta di tipo antisociale, senza però poter precisare se l’imputato fosse stato o meno capace d’intendere e volere. Di sicuro, ha anche aggredito un medico.
Un’operatrice sanitaria ha precisato che l’imputato non sa frenare certi impulsi e trova sempre delle giustificazioni alle sue azioni. Ma nel caso specifico è anche vero che ha dimostrato di non essere un criminale: ha chiamato il 112, cosa che un ladro vero non avrebbe mai fatto.
Una breve camera di consiglio, poi il giudice ha prosciolto l’uomo, perché non imputabile. —
G.S.
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