Il docufilm del liceo Dal Piaz sarà presentato nei festival

Le riprese del “corto” sono cominciate coinvolgendo una quindicina di studenti L’obiettivo è testimoniare le difficoltà di chi vive e abita l’ambiente montano

FELTRE. Le riprese de “La montagna che r-Esiste” sono ufficialmente iniziate. Il progetto di carattere cinematografico coordinato dalla professoressa Anna Rosa Cavallari che avrà al suo centro il tema dello spopolamento della nostra provincia e che coinvolgerà una quindicina di studenti del liceo scientifico Giorgio Dal Piaz, è entrato nella sua fase operativa grazie al regista ed ex studente Alessandro Padovani, componente di una troupe formata da otto giovani sotto i trent’anni neodiplomati al centro sperimentale di Roma.

Tra questi Marco Possiedi e Luca Pataro. Lo scorso anno l’istituto feltrino aveva infatti partecipato al bando nazionale del Miur Mibact “Cinema delle/per le scuole”, finalizzato alla conoscenza e alla pratica diretta del linguaggio cinematografico nelle scuole superiori attraverso dei laboratori, ottenendo un finanziamento di 60mila euro per la realizzazione di un docufilm.

Tale cortometraggio, supportato da vari enti e associazioni della provincia, narrerà storie di r-esistenza nei piccoli paesi di montagna, segnati dallo spopolamento che lascia dietro a sé comunità ferite, degrado, abbandono e impoverimento della vita di chi li abita, ma non solo: uno spazio verrà inoltre dedicato anche a chi ha deciso di rimanere nel territorio bellunese, o che è partito e ritornato, o che è arrivato da altrove, comprese le storie di chi ha scelto di svolgere antichi mestieri diventando, più o meno consapevolmente, custode del paesaggio della propria comunità.

Il progetto avrà anche una valenza formativa visto che saranno i giovani alunni in primis ad acquisire un metodo di lavoro che mirerà alla creazione di un personale percorso critico sulla realtà con l’obbiettivo di sensibilizzare il problema oltre i confini provinciali: ad essere interessata dallo spopolamento non è infatti la sola provincia di Belluno, bensì numerose realtà della penisola.

Con il supporto della troupe le riprese proseguiranno poi durante l’estate, per un massimo di sei settimane di lavoro che dovranno chiudersi entro il 31 dicembre. Una volta terminate si procederà verso traguardi ambiziosi.

«Puntiamo a presentare il cortometraggio ai festival di prima fascia dedicati al cinema» dicono Pataro e Possiedi, con Padovani, il quale aggiunge l’importanza di «far sorgere delle domande a chi lo guarderà. E tali quesiti dovranno toccare anche il rapporto tra uomo e natura, nell’ottica futura del bellunese». Un futuro nel quale il Liceo avrà a disposizione le apparecchiature anche dopo il termine del progetto. «Questo perché l’obiettivo è continuare a lavorare anche un domani», interviene la docente Anna Rosa Cavallari, «per approfondire il tema dello spopolamento. Unendo le energie e le risorse possiamo creare qualcosa di duraturo».

«Si tratta di un progetto di respiro indubbiamente più ampio», concludono l’assessore comunale Alessandro Del Bianco e il dirigente scolastico Mario Baldasso, «che deve riuscire a far sorgere un dibattito sulla situazione della nostra provincia per cercare delle soluzioni volte a risolvere la problematica dell’abbandono».

Dante Damin

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