Il Comune disposto a tornare proprietario degli impianti di risalita sul Nevegal

Decisione subordinata all’individuazione di un gestore privato. Massaro: «È la soluzione che darà un futuro al colle»



Quella che era solo un’ipotesi si è trasformata in disponibilità: il Comune è disposto a tornare proprietario degli impianti del Nevegal. Il passaggio di proprietà è subordinato all’individuazione, attraverso una gara pubblica, di un gestore privato.

Dopo nove mesi di discussioni, analisi e approfondimenti sul futuro del colle bellunese e anche sulla costituzione della new.co, ieri mattina è stato fatto un importante passo avanti. A Venezia si sono incontrati il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, l’assessore regionale al turismo Federico Caner, il consigliere regionale Franco Gidoni e i vertici della società Alpe del Nevegal. Tutti seduti attorno allo stesso tavolo per trovare una soluzione all’annosa questione degli impianti. Non si poteva attendere oltre, considerato che la stagione invernale è quasi finita.

E una soluzione è stata messa sul tavolo: quella che il Comune torni proprietario degli impianti. Ipotesi che era stata discussa dalla maggioranza di Palazzo Rosso alla fine di gennaio, trovando d’accordo anche i più scettici. Ieri è stata portata al vertice in laguna.

Il colle verso il futuro

«Finalmente siamo riusciti a trovare la condivisione su più di una soluzione per garantire la prosecuzione dell’attività impiantistica del Nevegal, salvando il futuro della località», annuncia Massaro. «Come Comune, abbiamo sempre caldeggiato l’idea di realizzare una new.co (la società mista, pubblico-privato, ndr), soluzione che riteniamo essere lo strumento migliore per questa operazione, ma oggi è emersa la disponibilità della Regione del Veneto ad individuare modalità concrete di finanziamento per gli impianti. Queste risorse potranno sommarsi a quelle già messe a disposizione dal Comune, purché gli impianti siano proprietà comunale. Ne consegue che, per il bene del Colle e per senso di responsabilità, ho dato la disponibilità ad acquisire la proprietà degli impianti, subordinando il passaggio di proprietà alla individuazione di un gestore privato, selezionato con una gara pubblica, che si occupi degli impianti, della loro manutenzione e della promozione».

Il vantaggio di questa operazione, dicono dal Comune, è che sarà così possibile individuare tramite gara una gestione privata che potrà beneficiare di un aiuto per la messa in sicurezza degli impianti.

Alpe cederà gli impianti

L’Alpe del Nevegal sarà determinante in questa operazione: «In coerenza con quanto abbiamo sempre detto, siamo disponibili a cedere gli impianti al Comune; non ci sarà alcuna questione economica fatti salvi gli aspetti meramente fiscali, e siamo disponibili fin da subito alla cessione degli impianti», dicono il presidente Maurizio Curti e l’amministratore Piero Casagrande.

La società si è inoltre già impegnata anche a trasferire al Comune numerosi dati sull’attività, che non sono solo necessari per effettuare la valutazione degli impianti, ma anche per costruire una valutazione economica-finanziaria dell’intera operazione, che rappresenta per il Comune il presupposto per procedere in qualsiasi direzione.

Anche la Provincia farà la sua parte: «Mi confronterò presto con il nuovo consiglio provinciale per studiare le prossime mosse che potremo mettere in campo», assicura il presidente Padrin.

Non solo inverno

«Resta inteso che la prosecuzione dell’attività non dovrà più essere legata in via esclusiva all’inverno, né subordinata al meteo come ad una spada di Damocle, ma dovrà essere orientata all’ampliamento dell’offerta, abbracciando anche la stagione estiva e, perché no, anche quelle dell’autunno e della primavera che hanno buone potenzialità e minori rischi in questo periodo di trasformazioni climatiche», afferma Massaro. «Questa impostazione garantisce che non si sprecherà un euro di denaro pubblico e che, per questo, è stata condivisa da tutti i presenti all’incontro. Inoltre lascia aperta la strada ad una seconda fase di maggiori investimenti, che tutti noi auspichiamo, e che potrebbe essere favorita dal disegno di legge depositato dal consigliere regionale Gidoni, e sottoscritto anche da gruppi di opposizione, che ha avviato il suo iter in Commissione». —



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