Il Cadore riscopre il presepe: quello di Laggio il più visitato

PIEVE DI CADORE. Il presepe animato di Laggio si conferma la rappresentazione della Natività più visitata in Cadore. Ma, subito dopo, ecco il circuito dei “Presepi in famiglia” di Pieve. La visita...
PIEVE DI CADORE. Il presepe animato di Laggio si conferma la rappresentazione della Natività più visitata in Cadore. Ma, subito dopo, ecco il circuito dei “Presepi in famiglia” di Pieve. La visita pensata come itinerario turistico è stata una idea sicuramente vincente. E così i ladini residenti nelle vallate dolomitiche hanno riscoperto il gusto di realizzare presepi all’aperto, nelle chiese e nelle case: e, nelle settimane precedenti il Natale, è stato possibile vederne molti; e molti di questi sono risultati assai belli e curati. Due sono stati, tra i tanti, i presepi che si sono staccati dagli altri come concezione e realizzazione: il primo si trova nella chiesa arcidiaconale di Pieve ed è, come dimensioni, uno dei più grandi; il secondo è stato realizzato invece nella chiesa di San Bartolomeo, a Nebbiù: è stato costruito tutto con legna raccolta nel bosco e rappresenta un villaggio dolomitico di 200 anni fa. Il presepe di Pieve è senz’altro quello con alle spalle la tradizione più lunga: «Alcuni pezzi», spiega Osvaldo Ciotti, il presepista che lo costruisce da alcuni anni, «sono vecchi e li stiamo scoprendo un po’ alla volta nel deposito della chiesa. Quest’anno abbiamo inserito nel presepe un’antica chiesetta che abbiamo trovato nascosta insieme ad alcune pecorelle. Per montare il presepe, che si arricchisce ogni anno, abbiamo lavorato in quattro persone per tre giorni. Il risultato però ci compensa della fatica perché, osservando il numero dei visitatori e ascoltando i loro commenti, possiamo dirci soddisfatti».


Un terzo tra i presepi più apprezzati è stato quello che la Regola di Tai ormai da alcuni anni realizza nella borgata di Vissà: è tutto artigianale e colloca la scena della Natività in uno spaccato di Tai datato primi anni del 1900. È così possibile vedere, oltre alla capanna nella quale è nato Gesù, la chiesa di San Candido, con la tradizionale fontana e la gente che lavora. Non poteva mancare la scuola, nella quale insegna una maestra che assomiglia molto ad una che ha passato la sua vita a lavorare lì. Anche la vecchia ferrovia delle Dolomiti, che attraversava il paese, ha trovato il suo spazio con la stazione esistente tutt’oggi.


Anche a Valle e a Venas quest’anno si sono visti molti presepi, anche perché in questo caso la Pro loco si è molto spesa affinchè i cittadini perpetuassero l’antica tradizione.
(v.d.)


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