I legali chiedono il dissequestro delle villette vicino al depuratore

Le villette costruite vicino al depuratore di Limana
Le villette costruite vicino al depuratore di Limana
 
LIMANA.
La difesa al contrattacco. La questione delle villette costruite a ridosso del depuratore di Limana è all'esame del tribunale di Belluno. I legali di alcune persone coinvolte nell'indagine, gli avvocati Francesco Rasera Berna e Maurizio Paniz, hanno chiesto ieri al tribunale il dissequestro delle villette.  Rasera Berna per l'ex assessore Ernesto Reolon mentre Paniz per Giorgio Bianchet. Le altre due persone coinvolte nell'inchiesta sono i progettisti Minella e Bertelle.  Quattro i motivi addotti dai legali per chiedere di annullare il provvedimento di sequestro disposto, un paio di settimane fa, dal gip. Due di carattere cronologico: la fascia di rispetto attorno al depuratore è stata abrogata nel 2006 ed il depuratore, in ogni caso, era stato costruito prima del 4 febbraio 1977, data in cui entrò in vigore la norma. Uno di carattere tecnico: nel Piano regolatore del Comune la fascia di rispetto non era mai stata prevista. Ed una di carattere psicologico: la buona fede di chi vi costruì le villette. I giudici del Riesame si sono riservati la decisione. Dunque bisognerà attendere qualche giorno prima di saperne di più.  L'indagine del Corpo forestale dello Stato, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Bianco, risale a qualche mese fa, dopo che fu un esposto ad innescarla. Ma solo un paio di settimane fa ha avuto la sua svolta con il sequestro di almeno sette palazzine e ad alcuni garage interrati della lottizzazione Tait: tre villette, una bifamiliare (in fase di realizzazione), due palazzine (una delle quali in costruzione), una casa prefabbricata (i cui lavori sono da poco iniziati) e alcuni garage interrati.  Sono tre gli edifici attualmente abitati: due villette, una delle quali dell'ex assessore comunale all'urbanistica Ernesto Reolon, e uno dei cinque appartamenti di una palazzina da poco terminata. Ai proprietari è stato concesso di restare all'interno delle loro abitazioni, diventando loro stessi custodi giudiziari.  L'indagine dei forestali è tesa a verificare se vi siano state delle irregolarità nella concessione dei permessi di costruzione delle abitazioni in questione. Il punto focale su cui si concentrano gli accertamenti è, infatti, una legge del 1976 che vieta di costruire edifici a ridosso dei depuratori. La legge stabilisce che venga mantenuta una fascia di rispetto, quantificata in un raggio di 100 metri, dal depuratore, entro la quale non si può costruire.  Il tutto per evitare pericoli di inquinamento da scarichi o altro. A quanto pare, le case poste sotto sequestro sarebbero state edificate all'interno della fascia "protetta". E ciò grazie ad una variante al Piano regolatore del Comune della Sinistra Piave, approvata nel 2002, dall'amministrazione Sommacal, che non avrebbe tenuto conto di questa legge.

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