I giovani e il senso di impegno nel sociale

Arriva nelle scuole il messaggio dell’associazione “Sulle Regole” fondata da Gherardo Colombo

AGORDO. «Vi diranno che "il mondo va così", che non avete valori: ma voi giovani non fatevi fregare, tenetevi stretto il vostro diritto d'immagine». Nell'ambito del programma di iniziative e di incontri dedicati alla legalità e promossi dagli Istituti comprensivi di Cencenighe e Agordo e dall'Istituto Follador di Agordo-Falcade, giovedì e venerdì è arrivato in Agordino Marco Lo Giudice, rappresentante bassanese dell'associazione "Sulle Regole" fondata dall'ex magistrato di Mani Pulite, Gherardo Colombo. "Cosa significa impegnarsi?" era il titolo dei tre interventi che l’ospite ha tenuto giovedì sera nella saletta culturale del municipio di Cencenighe e venerdì mattina prima ad Agordo per gli studenti del biennio del Follador, quindi a Cencenighe per le seconde medie di Cencenighe e Canale.

«Quando parliamo di impegno», ha detto Lo Giudice, «inevitabilmente l'accento cade sempre su di noi e non sull'aspetto per cui ci impegniamo. L'impegno, una cui etimologia è anche quella dell'in-pugno, è pure contagioso e può riuscire a coinvolgere gli altri. L'impegno, infine, è anche il contrario dell'indifferenza».

Un impegno che, secondo Lo Giudice, può trovare il suo terreno ideale in quella che Gherardo Colombo chiama la "società orizzontale" (in opposizione a quella verticale) in cui «la collaborazione di ciascuno, secondo le proprie possibilità, contribuisce all'emancipazione dei singoli e al progredire della società nel suo insieme».

È l'impegno di ciascuno, unito a quello di tutti, che può provocare il cambiamento.

«All'inizio dell'800», ha ricordato Lo Giudice a quanti lo hanno ascoltato nella due giorni agordina, «la schiavitù dei neri era vista come un qualcosa di naturale perché "il mondo va così". Stesso discorso per la questione del voto alle donne a inizio '900. Poi la storia ha dimostrato senza il minimo dubbio che "il mondo non va così" e che le cose possono cambiare».

Come? Partendo proprio dalla creazione di una società orizzontale «che riconosce la dignità delle persone» e «nella quale nessuno deve perdersi per strada».

Una società che crede nei giovani e dà loro la possibilità di essere protagonisti. Una società in cui l'impegno sia «custodia del bene comune, sia processo di cambiamento in cui noi seminiamo e gli altri vedranno fiorire, sia insomma resistenza».

Una società in cui si riscopra il valore positivo del silenzio «dell'ascolto, della riflessione e della gratuità». Una società, infine, «in cui la felicità non sia vista come il fine ultimo, ma come impegno, come disponibilità». (g.san.)

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