«I forestali furono angeli del Vajont»

Longarone, conferita la cittadinanza onoraria al Cfs. Il comandante regionale: «Impegno mai venuto meno»

LONGARONE. «La notte del 9 ottobre la nostra comunità ha perso la propria identità. Ma nella tragedia, nella disperazione più totale e nella desolazione, ha trovato mani amiche che l’hanno aiutata a risollevarsi. Tra questi angeli, i soccorritori del Vajont, c’erano tanti forestali: persone straordinarie, che hanno mantenuto nel tempo un legame fortissimo con la nostra comunità».

Con queste parole il sindaco Padrin ieri mattina ha salutato i rappresentanti del Corpo forestale dello Stato, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al Cfs.

In passato era toccato a carabinieri, vigili del fuoco, e alle forze armate della Setaf. Da ieri anche i forestali possono dirsi di casa a Longarone, grazie ad un rapporto col territorio che non si è mai interrotto, nemmeno all’indomani del disastro. «Nel 1964 furono proprio i forestali a organizzare la prima festa degli alberi», ricorda il sindaco, «un gesto molto significativo per i bambini di allora. Per anni gli amici forestali hanno continuato la loro opera di insegnamento e amore verso i nostri boschi e le nostre montagne. La storia di Longarone non può infatti prescindere da quella del suo territorio, gran parte del quale legata proprio al bosco, che ha fatto le fortune di tante famiglie longaronesi. Il conferimento della cittadinanza onoraria è, così recita la definizione, un’onorificenza concessa per onorare chi si può ritenere legato a quel luogo per il suo impegno o le sue opere. In questo caso mi pare che di impegno e di opere ce ne siano state davvero di grandi».

Al suo fianco, per ritirare l’attestato, è salito sul palco il comandante regionale del Cfs, Daniele Zovi: «50 anni fa abbiamo ricevuto la medaglia di bronzo al valor civile per il nostro lavoro in queste terre. Oggi, ricevere questo riconoscimento, per noi significa che qui il nostro impegno non è venuto mai meno». Ma è l’albero, ovviamente, il simbolo che meglio racconta il rapporto tra il Corpo e Longarone: «Con la festa degli alberi del ‘64 volevamo trasmettere un messaggio particolare ai longaronesi: era importante rimettere le radici su questo territorio e per protendere i rami verso il cielo, il futuro. E questo è ciò che vogliamo trasmettere ogni giorno con il nostro lavoro. Un messaggio che evidentemente è rimasto: oggi i longaronesi sono tanti quanti erano nel ’63, segno che la gente di questo territorio non molla mai».

La cerimonia si era aperta in mattinata con la deposizione di una corona di fiori nel cimitero di Fortogna dove riposano anche la guardia scelta Giorgio De Luca, ed il maresciallo Enrico Migotti, padre di Renato, oggi presidente dell’Associazione superstiti. Le celebrazioni sono quindi continuate in loro memoria, con lo scoprimento di una targa alla stazione Cfs di Longarone.

Poi. Lino Sief, allora giovane ufficiale del Cfs, ha portato la propria testimonianza di soccorritore.

Michele Giacomel

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