I carabinieri: «Siamo le sentinelle del territorio»

Il comandante veneto Savino Cavaliere: «Vicini ai bellunesi e attenti a quello che succede»
In primo piano il generale Sabino Cavaliere
In primo piano il generale Sabino Cavaliere
 
BELLUNO.
Storie di impegno e di coraggio, di abnegazione e di sacrificio. Storie di carabinieri. A raccontarle ieri mattina a Belluno è stato il comandante della Legione carabinieri "Veneto" Sabino Cavaliere, che ha così consegnato degli encomi ad alcuni militari bellunesi. Il generale ha sottolineato come il Bellunese continui a essere un'area tranquilla anche grazie al radicamento dell'Arma. «Siamo molto attenti a quello che succede sul territorio. Questa vicinanza dà buoni risultati», ha detto.  Insomma, la provincia di Belluno non è un'isola felice di per sè - soprattutto se confrontata con le realtà della pianura - ma un territorio dove il rapporto fra forze dell'ordine e cittadini funziona. «Significa fare prevenzione, stare per strada», afferma Cavaliere, che porta l'esempio della sparatoria avvenuta qualche settimana fa a Mel: «A Belluno la gravità di quel gesto è stata percepita in maniera forte, nitida».  Insomma, anche per i carabinieri il Bellunese ha una sua innegabile specificità. Poca criminalità in senso stretto, ma situazioni che vanno "attenzionate", usando il gergo dell'Arma. E' il caso dei reati all'interno delle mura domestiche e dei rapporti - spesso tesi - tra vicini di casa: «In questi frangenti, il nostro ruolo diventa fondamentale». Si può parlare quindi di un carabiniere-operatore sociale? E' lo stesso generale a dire che il paragone non è azzardato.  E la "specificità bellunese" si vede soprattutto nell'attività di prevenzione inaugurata da pochi giorni sulle piste da sci. I militari specializzati sono una trentina: «La loro presenza è gravosa ma indispensabile soprattutto nei momenti di maggiore afflusso turistico».  Altro capitolo è quello delle caserme che vanno ampliate e ristrutturate: «E' uno dei nostri impegni».  A dare la dimensione del legame tra militari e territorio i cinque riconoscimenti consegnati con una breve cerimonia in caserma.  Tra i premiati ci sono diversi volti noti. Come quelli del maresciallo Piergiorgio Silvan e dell'appuntato Adriano Felice Nappi, che il 23 febbraio scorso ad Auronzo hanno soccorso l'uomo che nel tentativo di suicidarsi aveva fatto esplodere la palazzina dove abitava. Nonostante il pericolo di crolli, i due uomini sono riusciti a trarlo in salvo.  E il salvataggio di una persona intenzionata a togliersi la vita è stato il motivo dell'encomio andato anche al maresciallo capo Riccardo Restuccia e all'appuntato Emanuele Polesana. Era il 2 settembre scorso quando i due carabinieri immobilizzarono un uomo che si stava gettando da un ponte sul fiume Piave a Ponte nelle Alpi.  A essere premiato infine è stato anche il maresciallo Aldo Dragone, comandante a Santa Giustina. Tra il 2006 e il 2009, quando si trovava a Caserta, ha partecipato a numerose operazioni contro il crimine organizzato.  

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