Guardia medica indagata: omissione d’atti d’ufficio

BELLUNO. Guardia medica irreperibile. Nel senso che il dottore libanese Mazen Iskandarani adesso lavora per Emergency e risulta in Siria, ma non si sa di preciso dove. In Italia lo aspetta un procedimento penale che risale ai tempi in cui era dipendente dell’Usl 1 di Belluno. La Procura della Repubblica lo accusa di omissione di atti d’ufficio, perché una sera in cui era di turno avrebbe rifiutato di rispondere alla chiamata di emergenza del Suem 118, che gli chiedeva di intervenire per un codice rosso in piazzale della Stazione, per aiutare il personale infermieristico dell’ambulanza. Avrebbe dovuto andarci il medico, ma al Pronto soccorso del San Martino ce n’era soltanto uno.
A prima vista il paziente riverso su una panchina non dava molti segni di vita, ma in un secondo momento si scoprirà che era ubriaco e aveva, più o meno, fatto il morto. In realtà non era un codice rosso, ma questo non ha cancellato l’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio, per la quale ora si procede. In mancanza dell’indagato, il giudice per le udienze preliminari Scolozzi è stata costretta a rinviare al 30 ottobre, disponendo nuove ricerche, che non è detto abbiano successo. Si sono annotati la data il pubblico ministero D’Orlando e il difensore Tullio Tandura.
C’è un precedente incoraggiante per Iskandarani e l’avvocato. Il collega Nicola Calgaro è stato assolto, perché il fatto non sussiste dalla stesso reato, in una circostanza molto simile. Nel suo ruolo di guardia medica di turno, era stato allertato dal Suem 118 per un codice bianco e non aveva aderito alla richiesta d’intervento, provocando l’impiego di personale infermieristico del Pronto soccorso, che in quel momento era impegnato in un codice rosso arrivato solo qualche minuto dopo. Nel frattempo, il problema in ospedale è stato risolto, ma non è per questo che, eventualmente, scatterà una nuova assoluzione. Intanto, appuntamento alla fine di ottobre, per capire se Islandarani c’è. —
Gigi Sosso.
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