Gli studenti del Comelico: «Dateci i docenti»

Cento ragazzi dal Comelico e Cadore ricevuti dalla dirigente Possamai. Mostrati tanti striscioni per rivendicare il loro diritto allo studio

BELLUNO. La montagna ha battuto un colpo. E lo ha fatto con i suoi giovani, gli studenti del Comelico e del Cadore, che si sono ritrovati davanti all’Ufficio scolastico provinciale per rivendicare il loro diritto allo studio, un diritto che sembra sempre più in pericolo in un’area, come quella montana, poco appetibile per i docenti. A un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico, in alcune classi - soprattutto nella parte alta della provincia - non sono state ancora coperte alcune cattedre. Se la situazione non dovesse cambiare entro pochi giorni, gli studenti sono pronti ad andare fino a Venezia o anche più giù, se necessario.

I precedenti. La protesta era partita venerdì scorso a Santo Stefano, con gli studenti dell’Istituto tecnico economico (Ite) e dell’Ipsia saliti in municipio per chiedere il supporto del sindaco Alessandra Buzzo. Sindaco che aveva risposto immediatamente, appoggiando la battaglia dei ragazzi «e la loro prova di coraggio e consapevolezza», tanto da chiamare l’Ufficio scolastico e chiedere un incontro, fissato per ieri.

La giornata. E così, dopo aver ottenuto due pullman da Dolomitibus per l’occasione, un centinaio di ragazzi (da Santo Stefano, ma anche dall’Iti e dall’istituto ottico di Pieve di Cadore), il sindaco Buzzo e l’assessore all’istruzione Giulia De Mario sono scesi a Belluno per essere ricevuti dalla dirigente dell’Ust, Michela Possamai. I ragazzi si sono disposti ordinatamente sui due lati della strada, sotto lo sguardo vigile della polizia, e con alcuni cartelloni hanno atteso le 10, ora del confronto.

“Dov’è la buona scuola in montagna?”, “La scuola sì, ma non così”, e ancora “La scuola è un diritto fateci avere i professori”: queste le frasi scritte sugli striscioni mostrati dai ragazzi per rivendicare i loro diritti. «Siamo qui a Belluno, perché a quasi due mesi dall’inizio delle lezioni non abbiamo ancora i docenti», dicono Silvia Bassanello, Sara Fava, Natalia De Martin Pinter e Giovani Larese dell’Ite, mentre stringono un cartello. «Continuiamo a uscire alle 12, ci mancano i prof di economia aziendale e di matematica, mentre in prima sono in attesa dei docenti di fisica, matematica, diritto ed economia politica. Siamo preoccupati, perché non sappiamo quando arriveranno e nel frattempo passiamo le ore vuote vedendo film o seguendo le materie dei docenti presenti». «Per chi deve fare l’esame di Stato, questo ritardo è preoccupante: come faremo a recuperare il tempo perso?», si chiedono anche Michela Zandegiacomo ed Elisa Fontana, dell’ultimo anno dell’Ite.

In grave difficoltà anche gli studenti dell’Ipsia indirizzo mobili. «Ci troviamo con sette docenti in meno», spiegano Maksim e Manuel del primo anno dell’Istituto Fermi, «quelli di inglese, italiano, geografia, storia, disegno, tecnica e fisica. Dall’inizio dell’anno facciamo solo quattro ore». Anche al secondo anno la situazione non va meglio: «Mancano sei prof su un totale di 12 materie», sottolinea Igor De Mario Sartor. Gli fanno eco Chiara Gei e Giorgia Bombassei dell’Ottica di Pieve di Cadore: «In terza e quarta mancano tre docenti».

Attesa snervante. Studenti e amministratori attendono quasi un’ora in strada, prima di essere ricevuti dalla dirigente. La stessa sindaco Buzzo, trovando chiusa la porta dell’Ust, chiama gli uffici per capire quando poter salire. Tramite una vicaria, la dirigente fa sapere di essere in difficoltà, in quanto l’appuntamento “non è stato formalizzato”. Gli studenti non ci stanno e si attaccano al campanello dell’ex Provveditorato. Dopo qualche minuto, finalmente, la porta si apre. Suscita perplessità la richiesta della dirigente Possamai di poter ricevere solo il sindaco, cosa a cui si oppone la stessa Buzzo, che sottolinea: «Entriamo tutti o nessuno». Alla fine, dopo l’arrivo anche della preside Mara De Lotto del polo Valboite (di cui fanno parte gli istituti in questione) e del suo vice, viene ammessa anche una delegazione di studenti.

«Posso annunciare che alcuni docenti, ancora lo scorso venerdì quando i ragazzi protestavano, sono stati trovati. Certo non tutti. Ma pian piano la vicenda si sta risolvendo», dice la dirigente dell’Ust. «Questo incontro poteva avvenire nel pomeriggio, visto che non c’era un appuntamento formale, ma io non ho mai respinto nessuno e quindi ho ricevuto la delegazione. Purtroppo, siamo in ritardo di due mesi, con i presidi che ora stanno chiamando docenti dalle graduatorie e da fuori per garantire il servizio. Quindi, i ragazzi possono tornare a scuola», conclude Possamai, che invita i ragazzi a rivolgersi alla propria preside, la prossima volta.

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