Gli Scoiattoli spengono 80 candeline nel nome della montagna e dell’amicizia

Non è rimasto nessuno dei dieci ragazzi che ottant’anni fa, il primo luglio 1939, fondarono gli “Scoiattoli di Cortina”, il primo gruppo di arrampicatori non professionisti i quali, per la prima volta nella storia, decisero di scalare le montagne di casa senza l’aiuto di una guida alpina.
Bortolo Pompanin “Bortolìn” se n’è andato proprio all’inizio di quest’anno, quello dell’ottantesimo anniversario del gruppo, che gli Scoiattoli festeggeranno oggi e domani. Gli altri soci fondatori che hanno cambiato per sempre la storia dell’alpinismo sono Albino Alverà “Boni”, Silvio Alverà “Boricio”, Romano Apollonio “Nano”, Angelo Bernardi “Alo”, Ettore Costantini “Vecio”, Siro Dandrea “Cajuto”, Giuseppe Ghedina “Tomasc”, Luigi Ghedina”Bibi”, Mario Zardini “Zesta.
Ruggero Zardini “Laresc”, vice presidente del sodalizio, ci tiene a rimarcare come essere Scoiattolo sia, oggi come allora, «motivo di orgoglio per chi arrampica a Cortina e fa parte di questo gruppo, da sempre legato al nostro territorio di montagna, da dove siamo partiti ottant’anni fa, e dove vogliamo sempre esserci».
Cosa organizzerete per questa importante data?
«Per celebrare questo importante “compleanno” abbiamo deciso di dedicare questa giornata soprattutto a noi, quindi ci troveremo oggi, domenica, per andare ad arrampicare o in gita, per concludere con la festa a partire dalle 15 dal nostro socio Diego Valleferro al rifugio Passo Giau. Qui sarà allestita la mostra fotografica “80 anni di storia del Gruppo Scoiattoli” e la giornata sarà animata da musica dal vivo con canzoni originali scritte dal Bortolin. Domani, primo luglio, ci sarà la messa in Basilica alle 18,30. La festa di oggi pomeriggio è aperta anche agli amici degli Scoiattoli, coloro che non fanno parte del gruppo ma con i quali arrampichiamo insieme spesso».
Cosa significa oggi, a distanza di 80 anni, indossare il maglione rosso con il chiodo da roccia sulla manica sinistra?
«Oggi come allora indossare il maglione rosso è motivo di orgoglio, perché significa entrare in un’élite di scalatori del posto».
Come si entra a far parte dei questo sodalizio?
«La passione per la montagna, l’amicizia, il senso del gruppo sono i requisiti più importanti per diventare Scoiattoli. Vi sono poi alcuni paletti previsti dal nostro statuto: essere residenti a Cortina e aver scalato in montagna un certo numero di vie di alto livello. In alternativa, per chi arrampica solo in falesia, viene richiesto il grado 8A. Un socio deve poi presentare al gruppo l’aspirante Scoiattolo presentando il suo curriculum, e questo deve essere votato dai due terzi dei presenti».
Molte persone collegano il gruppo Scoiattoli al Soccorso alpino. Ci spiega il perché e qual è la differenza?
«Il Soccorso alpino è nato in seno agli Scoiattoli, poi i due gruppi si sono sviluppati su due strade diverse: il Soccorso alpino è diventato una squadra autonoma di volontari specializzati in questa attività composta da persone non necessariamente legate agli Scoiattoli. Ciò non toglie che molti del nostro gruppo fanno anche parte del Soccorso alpino».
Ci sono giovani che continuano l’attività alpinistica in montagna?
«Rispetto al passato i giovani che affrontano l’alpinismo classico sono molti meno. Oggi l’arrampicata si concentra di più in falesia, dove si pratica per il gusto dell’arrampicata, per un benessere fisico e mentale, piuttosto che mirare alla conquista della cima. Se andiamo indietro con gli anni, quando è nato il gruppo, le specialità legate all’arrampicata si sono moltiplicate».
Non solo alpinismo: oggi si va dal boulder alle grandi pareti. Quanto influisce oggi l’uso di strutture di arrampicata artificiali, rispetto all’arrampicata su roccia?
«Grazie all’apertura della nostra palestra di roccia indoor, dedicata a Lino Lacedelli, Scoiattolo che nel 1954 conquistò il K2 assieme ad Achille Compagnoni, molti più giovani si stanno avvicinando al mondo dell’arrampicata. Nelle strutture artificiali l’approccio è più facile e graduale rispetto all’arrampicata su roccia; è un modo per far conoscere l’attività in un posto comodo, sicuro e alla portata di tutti».
Com’è il legame tra giovani e anziani? Ci sono dei gap, dei punti di vista diversi riguardo l’alpinismo?
«I “vecchi” vedevano l’alpinismo come conquista; oggi non è più così, c’è più il gusto per arrampicare in sé. Allora erano in pochi ad avventurarsi sulle pareti rocciose; oggi, con l’avvento delle palestre indoor, il livello si è alzato tantissimo».
Cosa significa per gli Scoiattoli indossare il maglione rosso alle prossime Olimpiadi del 2026?
«Per noi indossare il maglione rosso significa tradizione, orgoglio del nostro territorio, delle nostro montagne, al di là di quelli che possono essere i grandi eventi in un mondo sempre più globalizzato. Siamo un gruppo di amici legati al nostra comunità, con uno statuto ristretto, che vuole mantenersi tale nel tempo, in contrasto con la continua globalizzazione in atto». —
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