Gli occhi di Slow Food sull’ex Belle Epoque

FELTRE. Si è rilanciata l'attenzione su palazzo Gazzi, alias Belle Epoque. Per i locali dell'ex ristorante affacciati su piazza Maggiore c'è anche l'interesse di Slow Food, che si è fatto avanti accanto ad altre manifestazioni d'interesse da parte di imprenditori locali, emerse dopo il passaggio del bando di gestione andato deserto a fine aprile. L'amministrazione ha in programma un incontro la prossima settimana con alcuni rappresentanti dell'università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, nata e promossa dall'associazione presieduta da Carlo Petrini.
La cautela, visti i tempi, è d'obbligo, ma qualcosa dietro le quinte si sta muovendo. «È ancora un'interlocuzione preliminare. Si valuterà se ci cono reciprocamente le condizioni per sviluppare un momento di collaborazione», spiega l'assessore Valter Bonan, che è interessato all'aspetto formativo oltre a quello della ristorazione e cita anche le potenzialità dell'area campus. «Sarebbe il massimo agganciare un momento formativo su una dimensione che riguarda le possibilità delle coltivazioni tradizionali, che non sono solo di nicchia, e la gastronomia. Sono settori importanti anche per le dinamiche turistiche».
Si sta valutando una soluzione che abbini la formazione legata alla qualità delle produzioni agroalimentari e alla loro trasformazione nella ristorazione. La prospettiva, perché no, potrebbe essere quella di una sorta di ristorante didattico. I contatti sono stati avviati e c'è già stata una visita con il sopralluogo all'interno di palazzo Gazzi dell'entourage di Slow Food, ma per ora prevale la cautela. La crisi, è quasi scontato dirlo ma è bene ribadirlo, non aiuta di certo l'imprenditoria ad investire, nemmeno davanti a una base di locazione di soli 900 euro mensili (nove anni la durata del contratto di locazione) e interventi strutturali di riqualificazione scomputati dall'affitto. Non è bastato per il bando.
Evidentemente è stato giudicato troppo alto comunque l'investimento iniziale necessario per riavviare l'attività, in considerazione del fatto che dopo la dismissione di tutti li arredi, gli spazi sono al grezzo e gli interni devono essere riallestiti. Adesso però sono emerse delle manifestazioni d'interesse e l'amministrazione vuole capire quali contenuti e idee ci sono dietro alle varie articolazioni, tra le quali quella legata a Slow Food. L'obiettivo resta di accompagnare e favorire un progetto di rilancio di un'attività nel contesto del centro storico. Dove «c'è una realtà dinamica». Lo sottolinea Valter Bonan, «tra l'apertura delle botteghe artigianali ai palazzetti Cingolani, i lavori da completare al teatro, lo sviluppo di palazzo Borgasio e la trasformazione che perseguiamo del museo Civico in Civico archeologico».
Raffaele Scottini
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