Gli astrofili ampezzani scoprono due supernovae

CORTINA Due supernovae scoperte in 48 ore al Col Drusciè. Alessandro Dimai e Fabio Briganti gli autori dell'eccezionale doppietta. Un inizio d’anno del genere non se l’aspettavano di certo gli...

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Due supernovae scoperte in 48 ore al Col Drusciè. Alessandro Dimai e Fabio Briganti gli autori dell'eccezionale doppietta. Un inizio d’anno del genere non se l’aspettavano di certo gli astrofili cortinesi: nonostante alcune nottate nuvolose e altre molto fredde che hanno impedito l’utilizzo delle due cupole poste sul Col Drusciè, ecco arrivare inaspettate e improvvise due grandi scoperte. Due supernovae scoppiate in galassie molto diverse e tra loro molto distanti: la prima stella, osservata da Alessandro Dimai il 20 gennaio scorso, è scoppiata in una galassia distante ben 450 milioni di anni luce e denominata Arp 302.

«Questo catalogo», spiega Dimai, «identifica un nutrito numero di galassie interagenti e lo scoppio di una supernova in queste tipologie galattiche è ritenuto molto importante perché il suo studio può fornire rilevanti dati sul tipo di interazione esistente e sugli scambi di materiale stellare in atto fra le diverse galassie. La supernova si è rivelata essere una luminosissima SN di tipo Ia, provocata dalla deflagrazione di una nana bianca di 1,44 masse solari». La seconda supernova è stata invece individuata due giorni dopo da Fabio Briganti, un supernovista di lungo corso che, dalla provincia di Pisa, collabora a distanza con il Cross, il centro di ricerca ampezzano, ormai da più di tre anni. «Grazie ai collegamenti telematici e informatici e al nuovo sistema di controllo remoto dell’osservatorio del Col Drusciè», continua Dimai, «è infatti possibile da un po’ di tempo riprendere, esaminare ed elaborare le nostre immagini da qualunque angolo del mondo e di questa opportunità ha approfittato Briganti che, dopo anni di ricerche infruttuose, è riuscito così ad ottenere la sua prima supernova ufficiale, scoppiata in una galassia, NGC5806, relativamente vicina alla nostra: “solo” 45milioni di anni luce. Anche questa scoperta è rilevante per la vicinanza della galassia ospite, che consentirà un follow-up prolungato della nuova stella e anche per la tipologia assai rara della supernova, che all’analisi spettrografica è risultata essere di tipo Ic, categoria che identifica eventi di supernovae molto brillanti generati da stelle molto giovani e calde».

Ma l’aspetto che più ha fatto piacere a tutti gli astrofili italiani riuniti nell’Issp (Italian Supernovae Search Program, il gruppo italiano di ricerca di cui il Cross è stato uno dei co-fondatori) è stata la conferma dell’ottimo rapporto di collaborazione che si è instaurato con gli astronomi professionisti di Asiago. E’ bastato un rapido scambio di e-mail e nel giro di poche ore il telescopio di Cima Ekar, il più grande strumento astronomico d’Italia, era già puntato sulle nuove stelle. (a.s.)

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