Giozet presidente dei periti industriali: «Porteremo in città i corsi di laurea»

Dal 2021 la professione sarà aperta solo ai laureati «Vogliamo far rimanere in provincia i nostri giovani»

belluno

Portare una base operativa dell’università di Udine all’Iti Segato di Belluno o avviare delle collaborazioni con qualche ateneo telematico per tenere i diplomati in provincia fino alla laurea in perito industriale.



È questo uno degli obiettivi di Chiara Giozet, neo presidente del Collegio provinciale dei periti industriali, prima donna a guidare i 740 iscritti all’associazione (340 sono i liberi professionisti).

Trentacinque anni, con due diplomi all’attivo (uno in perito edile conseguito all’Iti Segato di Belluno e l’altro in perito termotecnico), iscritta al Collegio dal 2003 e dal 2007 libera professionista, è stata eletta nel giugno scorso al posto di Antonio Ortolan. Insieme a lei è stata rinnovata gran parte della squadra decisionale dell’associazione che conta nove membri.

«Il segretario è Mirco Caldart, il tesoriere è Alessandro Bianchet, e tra i consiglieri ci sono Andrea Franco e Andrea Menin. New entry sono Alessia Sommacal, Francesco Comis, Omar Da Rold e Daniele Dal Mas, che è il più giovane consigliere con i suoi 24 anni», precisa Giozet che aggiunge: «Quella che ci attende da qui ai prossimi quattro anni è una vera e propria sfida, visto che dal 2021 il perito industriale dovrà essere laureato». «Ad oggi», prosegue Giozet, «per diventare perito industriale sono necessari il diploma, 18 mesi di tirocinio e l’esame di abilitazione. Dal 2021 le cose cambieranno, perché il tirocinio sarà inglobato nei tre anni di università. Resta da sciogliere il nodo dell’esame di Stato».



Sono da poco partiti alcuni corsi di laurea della durata di tre anni per poter formare questi professionisti. Un corso che varrà anche come periodo di tirocinio che oggi è pari a 18 mesi. Uno di questi è stato messo in piedi a Udine. Si tratta di percorsi sperimentali a numero prefissato di 50 iscritti con test di ingresso. «Come collegio bellunese, stiamo lavorando per portare in provincia, e precisamente all’Iti Segato, una sede staccata dell’ateneo udinese. In questo modo vogliamo dare una possibilità in più di studio ai nostri giovani, tenendoli nel territorio».



Di lavoro ce n’è per questi professionisti. «Il perito industriale diventa una grossa opportunità lavorativa. Possiamo essere chiamati nelle perizie, nelle piccole e medie progettazioni, non solo di edifici, ma possiamo anche fornire consulenze nei piccoli e medi impianti termici, elettrici e di climatizzazione. Abbiamo conoscenze anche nella sicurezza, negli accatastamenti e nelle certificazioni energetiche. Insomma, la nostra attività può spaziare in tanti settori, come quello minerario, che sta andando molto bene e molti dei nostri iscritti sono attualmente molto richiesti». I periti industriali, inoltre, seguono la contabilità dei lavori negli appalti e fanno stime di danni, ma anche boschive e di terreni.

Uno degli obiettivi della presidente è anche quello di «farci conoscere maggiormente all’esterno e far capire alla gente che abbiamo diverse specializzazioni. Siamo persone legate al territorio, che conosciamo gli aspetti funzionali e costruttivi delle varie realtà locali».



Per una generazione nuova che entra nel Collegio, ce n’è un’altra che riceverà presto dei riconoscimenti. Si tratta dei 22 periti industriali iscritti da più di 50 anni all’associazione: riceveranno alla fine del mese il cosiddetto “timbro d’oro”, un importante riconoscimento. «È una sorta di premio alla fedeltà», conclude Giozet, «che non veniva più consegnato dal 2007». —



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