Giovani di Colderù, da anni in prima linea per mantenere vive le tradizioni del borgo

Il presidente Gonella: «Il nostro è un gruppo unito e creativo, la sede è un punto di riferimento per tutto il paese 

Alex De Boni

BORGO VALBELLUNA

Colderù è una piccola frazione di Borgo Valbelluna, la sua anima socio-ricreativa è l’associazione Gruppo Giovani Colderù, nato ufficialmente solo nel 2007, ma che opera sul territorio ormai da 40 anni. Paesani e non solo, che impiegano il loro tempo libero a organizzare eventi e attività in favore della propria comunità, con lo scopo di tenere vivo il paese e renderlo attrattivo per residenti e turisti. Il presidente del gruppo, in carica da due anni, è Davide Gonella. Proprio lui ci racconta di come a Colderù tutta la comunità aiuti e sviluppi i progetti dell’associazione.

Frazione piccola, ma dal grande valore per il sociale, Colderù...

«Parliamo di un borgo da sempre molto attivo a livello di volontariato e promozione sociale. Il gruppo si è sempre impegnato e distinto per mantenere vivo il paese, creando occasioni di aggregazione e integrazione. Rappresentiamo un punto di riferimento della vita sociale e culturale della provincia. Basti pensare che, oltre alla sagra di San Giacomo e ai tradizionali appuntamenti come il Brusa la vecia, la castagnata e “Auguri sotto l’albero”, il gruppo ha raggiunto fama regionale, partecipando alla manifestazione “Natale tra li olivi” a Garda e “Dolomiti in Festa” a Belluno».

Cosa rende speciale il vostro gruppo?

«Ho la fortuna di poter contare su un gruppo di persone unito, giovane e creativo. Nonostante le difficoltà di conciliare la nostra vita privata con questo impegno di volontariato (siamo tutte persone che lavorano, che hanno famiglia e bambini piccoli), è tanta la voglia di creare tessuto sociale, di tenere unito il paese e mantenere vive le tradizioni che l’hanno sempre contraddistinto. Tutto questo ci ha sempre dato la forza di credere nelle nostre idee e di continuare con questo impegno».

Le vostre attività sono fortemente indirizzate alle famiglie e ai bambini.

«Abbiamo dato continuità a quanto costruito dalle gestioni precedenti, affiancandole da nuovi progetti indirizzati in particolar modo ai bambini e quindi alle famiglie del paese. Tanto per citarne alcuni: la festa di carnevale, i laboratori di argilla, quelli per la festa del papà e della mamma, il gioco del rodolet a Pasqua, la festa dei nonni con il laboratorio dei biscotti. Tutte hanno avuto un riscontro positivo, con una buona e costante partecipazione sia da parte della gente del paese che del Comune».

La sede è il fulcro del paese.

«Siamo un punto di riferimento per la comunità, durante l’estate teniamo aperta la sede per garantire un luogo d’incontro sia per gli adulti che per i ragazzi. Nostro motivo d’orgoglio e di soddisfazione è stata la richiesta anche da parte di giovani che non sono di Colderù di far parte del gruppo e di contribuire alla realizzazione delle nostre iniziative, portando il loro talento creativo. Segno della bontà del nostro lavoro».

Come vedete il 2020 in termini di manifestazioni?

«Quest’anno non so cosa riusciremo a fare, viste le misure restrittive e di distanziamento sociale dovute all’emergenza Covid 19. Noi vogliamo essere ottimisti, speriamo di poter ritornare a lavorare per ravvivare Colderù e restituire alla frazione una vita sociale, sempre rispettando quanto ci verrà richiesto in virtù delle norme di sicurezza. Voglio ringraziare chi ha sempre creduto in noi, nel nostro operato e nelle nostre iniziative. L’appoggio e la partecipazione della comunità è fondamentale per la nostra crescita ed evoluzione, per continuare a sentirci parte integrante del territorio». —

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