Giostraio accoltellato alla sagra nove colleghi vanno a processo

FELTRE
Un coltello nella schiena. Nove giostrai sono finiti in tribunale per lesioni aggravate dopo l’accoltellamento del collega opitergino Roberto Agnoletto, all’edizione 2016 della sagra di San Vittore ad Anzù.
Alex e Maurizio Major devono rispondere anche di tentata estorsione, perché avrebbero minacciato di bruciargli la roulotte e abbattergli la giostra; sono le loro le posizioni più pesanti. Erano tutti presenti nell’aula delle udienze preliminari, difesi dall’avvocato Luppi del foro di Verona, e hanno scelto di essere giudicati in abbreviato. Il gup Scolozzi li ha ammessi al rito e se ne riparlerà più avanti. Sono già sottoposti a un foglio di via firmato dall’allora questore Morelli, che impedisce loro di ripresentarsi a Feltre.
Nel frattempo Agnoletto ha avuto un risarcimento, di conseguenza non si è costituito parte civile. A distanza di tempo, sta molto meglio, ma quel 3 maggio 2016 se l’era vista davvero brutta, finendo all’ospedale Santa Maria del Prato con traumi diffusi e uno pneumotorace ai polmoni per 20 giorni di prognosi.
I fatti contestati si sono svolti nell’area occupata dal luna park. Tutto era partito da una lite per un posto: i due Major avrebbero cercato di costringere Agnoletto a spostare la sua attrazione Butterfly dallo spazio in cui l’aveva montata, «sennò ti ammazziamo, ti brucio la roulotte, ti buttiamo giù la giostra e ci metto la mia».
In questo sta la tentata estorsione, nel senso che i due intendevano avere un incasso superiore grazie a una posizione considerata migliore. La Butterfly è la classica giostra con le catene e i seggiolini e lo scopo è quello di andare a prendere la coda penzolante a una certa altezza per vincere un giro.
Per Agnoletto c’è stata una specie di spedizione punitiva da parte di una decina di persone, che l’avrebbero inseguito, colpito e addirittura accoltellato tra le scapole. Una lama della lunghezza di sette centimetri era stata trovata ancora conficcata dai carabinieri. Alcuni degli aggressori erano stati riconosciuti da Agnoletto, che però era di spalle e non aveva potuto vederli tutti in faccia.
Non è mai stato in grado di dire chi l’abbia accoltellato e, durante le indagini, nessuno dei sospettati ha confessato. I carabinieri sono arrivati a identificare nove persone, grazie soprattutto ai tabulati telefonici, che hanno permesso di localizzarle sul posto.
La Procura non ha mai ipotizzato il tentato omicidio, fermandosi alle lesioni aggravate e solo per i Major anche alla tentata estorsione. Dopo diversi rinvii, causati da problemi di notifica sulla base delle richieste di rinvio a giudizio della Procura, si è svolta l’udienza preliminare.
Nel processo non saranno ascoltati testimoni e gli imputati avranno diritto allo sconto di un terzo dell’eventuale pena. —
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