Giocattoli cinesi non conformi presentati i dati della perizia

 
FELTRE.
In due distinte operazioni la guardia di finanza aveva individuato e sequestrato un discreto quantitativo di giocattoli considerati fuorilegge in quanto non riportanti il logo del marchio Ce che contraddistingue i prodotti sicuri che possono essere commercializzati nei Paesi dell'Unione europea. Così, il commerciante Lin Xiaofeng, titolare del negozio «Grandi magazzini» di viale Piave si è ritrovato imputato in base all'articolo 4 del decreto legge 313/1991 che ha proprio a regolamentare la materia. Ieri è stato ascoltato il perito incaricato di valutare la regolarità di tutti i giochi. Giunto da Carpi, l'esperto ha snocciolato i dati del suo lavoro ricordando che parte del materiale è risultato conforme, mentre altro è stato considerato non conforme.  Piuttosto l'ungo l'elenco del materiale non regolamentare: puzzle di legno, fiori de peluche, cubi magici, telefoni a forma di orsetto, tamagochi, pianole, bolle di sapone, bambolotti, animali di gomma, videogiochi, palloncini, cavalli a dondolo. L'unico dubbio rimasto in sospeso riguarda alcune macchine telecomandate la cui azienda non esiste più e non è stato possibile ottenere alcuna certificazione.  Il problema è sempre il solito: la somiglianza tra il marchio imposto ai prodotti che possono circolare nell'Unione europea e il marchio China export che ha le stesse iniziali del marchio Ce, ma non prevede l'obbligo di superare gli stessi controlli dei prodotti costruiti dalle aziende di casa nostra. Ieri mattina non c'era l'avvocato Perera, difensore del commerciante cinese, per cui la perizia redatta dall'esperto verrà ulteriormente discussa nell'udienza del 22 giugno prossimo, dando il tempo necessario al legale per scegliere la strategia difensiva dopo avere letto il parere del perito.

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