Ghezze: Franceschi deve dimettersi

«Il paese è ormai in un pantano, per provare a uscirne serve un atto di maturità politica e di responsabilità del sindaco»
Di Alessandra Segafreddo
Il sindaco di Cortina Franceschi arriva in tribunale accompagnato dall'avvocato Prade
Il sindaco di Cortina Franceschi arriva in tribunale accompagnato dall'avvocato Prade

CORTINA. «Franceschi deve dimettersi». La richiesta formale dei tre consiglieri del gruppo di minoranza “Per la nostra Cortina” è stata protocollata ieri mattina in municipio. Nel mirino anche il vice sindaco Enrico Pompanin, che ha in capo le deleghe di Franceschi da quando è agli arresti domiciliari.

«Sono passati venti giorni dall'arresto del nostro sindaco», spiegano Stefano Ghezze, con Gianpietro Ghedina e Rocco Dal Pont, ieri in conferenza stampa al Nord Hotel, «e da venti giorni nella nostra Cortina, si respira una bruttissima aria. Un mix di incredulità, sconcerto, amarezza ma anche e soprattutto preoccupazione per una realtà che rischia di rimanere ferma al palo. Nei giorni dell'arresto e in quelli immediatamente successivi non abbiamo voluto alzare i toni, adottando una linea responsabile e concreta, ad esclusivo interesse e tutela dei cortinesi. Altri, ci spiace constatarlo, non hanno fatto altrettanto lanciandosi in attestati di fiducia preventiva che hanno dato ancora una volta un'immagine negativa della Conca. Ci riferiamo in particolare alla manifestazione avvenuta la domenica successiva all'arresto. Quello che doveva essere un corteo di solidarietà umana è passato sui media, soprattutto nazionali, come la difesa di un sindaco inquisito. Una strumentalizzazione che si doveva e si poteva evitare. Questo va detto a difesa di quella stragrande maggioranza di cittadini che non ha partecipato a questo evento. Dal giorno in cui Franceschi è stato arrestato», hanno sottolineato Ghezze e i suoi, «abbiamo adottato una linea responsabile ed un atteggiamento istituzionale rispettoso per la comunità. Ci siamo confrontati con il segretario Luisa Musso, in vista della sospensione di Franceschi pervenuta dal prefetto e abbiamo poi discusso con la dottoressa Simonetti in prima persona; in entrambe le occasioni abbiamo esposto le nostre perplessità e i nostri timori: abbiamo trovato grande disponibilità e ascolto. Abbiamo voluto ragionare a bocce ferme, capire come si stava evolvendo la situazione, come avrebbe reagito la macchina comunale a una notizia tanto clamorosa, e senza precedenti almeno per noi, come quella dell'arresto di un sindaco. Abbiamo visto che siamo nel pantano e che dobbiamo uscirne. Per farlo serve un atto di responsabilità sia da parte del sindaco e sia del vicesindaco che adesso ne fa le veci e che, va ricordato, è a sua volta inquisito. Non è una bella cartolina per una città che vive di immagine. Abbiamo protocollato la richiesta», ha detto ancora Ghezze, «sperando che Franceschi possa fare un passo indietro, per il bene del paese, come segnale di rispetto per la comunità. L'attività amministrativa è ferma e la tensione, sia fuori e sia dentro gli uffici, non aiuta il paese a fare passi avanti. Eppure ce n'è un gran bisogno. C'è la partita della candidatura mondiale, ma ci sono anche il Piano di assetto del territorio e l’imminente ed improrogabile riorganizzazione delle partecipate Gis e SeAm. C'è poi tutta un'attività ordinaria da portare avanti con equilibrio e senza stress. Se alla magistratura tocca fare luce su quanto è realmente successo, a noi amministratori tocca amministrare, in un momento in cui sono più gli oneri che gli onori. Per questo», hanno concluso, «abbiamo chiesto al sindaco un atto di maturità politica. Dimettendosi libererebbe Cortina dai tanti fantasmi e dalle tante ombre che stanno ancora attorniando il municipio. Chiediamo a Franceschi di prenderne atto. Quando tutto sarà finito e lui ne uscirà integro, allora saremo i primi a dargli il bentornato nell'agone politico-amministrativo. Non vogliamo giudicare il sindaco né gli altri indagati, semplicemente siamo convinti che Cortina meriti un'amministrazione limpida e forte come la roccia delle Dolomiti che la circondano».

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