“Gen 15”: è lui l’orso dell’Alpago «Non è pericoloso»

TAMBRE. “Gen 15”. È sempre lui l’orso che fa strage di pecore in Alpago. Lo ha accertato l’istituto Ispra, di Bologna, che ha esaminato i peli inviati dai Forestali della Provincia, che li aveva recuperati il 21 luglio e il 4 aprile. Ma quanti ovini si è pappato? Una cinquantina come asserisce Lorenzo Lavina? L’allevatore di Pianon, in comune di Tambre d’Alpago, non riesce, infatti, a rintracciare una cinquantina delle pecore che aveva lasciato in libertà sul monte Guslon. «Noi abbiamo accertato, in quattro mesi, che sono 16 i capi sicuramente predati dall’orso», precisa Gianmaria Sommavilla, dirigente del settore fauna della Provincia di Belluno. «Ne siamo certi perché gli animali vengono scuoiati e non azzannati, come fanno altre bestie», aggiunge.
«“Gen 15” non è, però, un orso feroce, problematico. Si limita a fare il suo mestiere», tranquillizza Sommavilla. Non come “Dino”, che praticamente distruggeva quanto incontrava. “Gen 15” si è limitato ad alimentarsi di pecore e forse agnelli. Dovrebbe avere 8 anni, secondo i riscontri dei Forestali sulle segnalazioni delle fototrappole. Il suo peso è notevole, due quintali.
«È un orso molto scafato», lo descrive Sommavilla, nel senso che sa quello che fa. Il riposino che si è concesso all’esterno del recinto di pecore di Michele Pellizzari, in val Palantina, rientra nel suo modo di comportarsi. «Non è, insomma, un animale problematico». E con questo il capo dei Forestali della Provincia esclude, di fatto, la necessità di catturarlo e di radiocollararlo, contrariamente a quanto sollecitano alcuni allevatori dell’Alpago, a cominciare proprio da Lavina.
Anche “Gen15” arriva dalla Slovenia e non può essere definito “stanziale”. È vero che da mesi si aggira sulle montagne dell’Alpago. È pure vero che c’era anche l’anno scorso, forse pure due anni fa. Ma non è escluso che si sia mosso anche lui verso l’altopiano di Asiago e il Trentino e che sia pure ritornato in Slovenia. “Madi”, invece, di appena 2 anni, si è rivelato nel tempo più girovago di “Gen 15”, è stato seguito anche sui colli del prosecco, tra Conegliano e Vittorio Veneto. Di questo esemplare si sono perse le tracce, ormai da qualche mese, e neppure Sommavilla esclude che sia ritornato a casa, in Slovenia. «So che c’è chi sostiene che sia stato ammazzato, ma la escludo. I cacciatori amano gli animali e siccome non sono affatto in competizione con l’orso, metto la mano sul fuoco che loro non potrebbero essersi coperti di un atto così vile».
Agli allevatori la Provincia raccomanda, in ogni caso, tutte le possibili misure di vigilanza, a partire dai recenti elettrificati. Quindi nessuna pecora va lasciata libera: «Se spariscono la colpa non dev’essere necessariamente dell’orso. In questo periodo abbiamo avuto anche tre temporali al giorno, con una continuità impressionante di tuoni e fulmini. Un ovino spaventato corre all’impazzata e può essere caduto in qualche dirupo. Chi lo trova più?».
Francesco Dal Mas
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