Gatto astucci, oggi la protesta a Milano

Domegge. Un pullman di lavoratori manifesterà davanti alla banca azionista di maggioranza contro la chiusura della ditta
Di Paola Dall’anese

DOMEGGE. Uno sciopero di otto ore con manifestazione a Milano, per dire “no” alla chiusura della storica azienda dell’occhialeria “Gatto astucci” e al trasferimento dei lavoratori in provincia di Padova.

Oggi la mobilitazione partirà quasi all’alba, con il pullman organizzato dalla Filctem Cgil che porterà i dipendenti (ma anche gli amministratori comunali di Domegge) a Milano, davanti alla sede del Centro Banca sgr, titolare di maggioranza delle quote della ditta cadorina.

I vertici aziendali, infatti, proprio la settimana scorsa hanno comunicato alle parti sociali l’intenzione di trasferire 49 lavoratori su 58 a Noventa Padovana, mentre gli altri 9 sarebbero considerati esuberi. Così da chiudere la pratica entro il 30 novembre prossimo.

Una proposta che sindacati e amministrazione comunale di Domegge non accettano e così sono pronti a protestare. Oggi a Milano ci sarà anche il sindaco Lino Paolo Fedon, la segretaria regionale della Filctem Tiziana Basso e quello provinciale generale della Camera del Lavoro, Ludovico Bellini.

«La cosa inaccettabile è che a Padova, dove sarebbero trasferiti i lavoratori della Gatto astucci, fanno tutt’altra lavorazione, per cui il prodotto di nicchia che viene sviluppato a Domegge è destinato a sparire», precisa Denise Casanova della Filctem Cgil.

Il pullman partirà oggi alle 5 da Domegge per giungere nel capoluogo lombardo entro le 11-11.30. «Qui ci attenderanno i colleghi milanesi per iniziare la nostra manifestazione di protesta con cartelli e striscioni. Lo scopo è quello di far in modo che la banca possa tornare sui suoi passi, rivedendo la decisione di chiusura», precisa Casanova. Gli fa eco il sindaco Fedon: «Questa proposta è inaccettabile, anche perché né Domegge nè tantomeno il Cadore sono in grado di riassorbire 58 lavoratori, visto che ormai in questo territorio di aziende ne sono rimaste ben poche. Quindi, per queste persone non ci sarebbe alcuna possibilità di trovare un altro impiego».

La speranza è che nel Bellunese ci sia qualche impresa in grado di rilevare la Gatto, un po’ come era accaduto per la Birreria Pedavena. Certo, i tempi allora erano diversi, ma sindacato e amministrazione sperano ugualmente, determinati comunque a salvare i posti di lavoro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi