«Galleria Angelini, meglio tardi che mai»

FELTRE. Chiudere simbolicamente un cerchio, dedicando la galleria costruita dai nazisti per proteggere la produzione bellica della Metallurgica ai fratelli Giulio e Michele Angelini, immolatisi durante la Resistenza, e compiere un gesto di giustizia nei confronti dei due martiri che da oltre vent’anni l’Anpi chiedeva di ricordare.
Il sindaco Paolo Perenzin ha spiegato così, ieri mattina, la scelta di cambiare il nome a quella che dagli anni Sessanta si chiamava “galleria Romita” in “galleria Giulio e Michele Angelini”.
A svelare la targa di intitolazione della galleria (targa che riporta comunque la postilla “già Romita”) è stato Felice Angelini, fratello di Giulio – tenente della divisione Acqui fucilato il 24 settembre ’43 a Cefalonia durante quello che venne definito il primo episodio della Resistenza italiana – e fratello di Michele “Nando”, catturato dai nazifascisti durante il rastrellamento del Cansiglio e impiccato a Spert d’Alpago l’11 settembre ’44.
«Ho chiamato stamattina la sorella Gabriella Angelini, che non ha potuto partecipare a causa della sua salute, e mi ha detto “Se ci pensavate prima avrei potuto essere presente anche io”», ha detto Paolo Perenzin. «Ma meglio tardi che mai. E se solo nel 2013 è stato condannato all’ergastolo il caporale Stork, ultimo responsabile dell’eccidio di Cefalonia, noi oggi ricordiamo i fratelli Angelini».
Un dovere della memoria – ha detto Perenzin all’imboccatura della galleria dove è stata allestita la mostra fotografica “Ribelli per la libertà” che fino a martedì mostrerà i volti dei protagonisti feltrini della Resistenza ancora viventi – che diventa anche un gesto contro le guerre e i cento conflitti che ancora infiammano il mondo ricordati da don Ciotti domenica scorsa in Cansiglio.
E don Ciotti è stato citato anche dal presidente provinciale dell’Associazione partigiani, Giovanni Perenzin, che ha ricordato anche «quel resistente che si chiamava don Giulio Gaio, pestato dalle Ss» e la mobilitazione dei feltrini, dai seminaristi all’Azione cattolica agli alpini del colonnello Zancanaro, per dare vita al movimento della Resistenza. «La memoria dei fratelli Angelini è una memoria riepilogativa di un po’ tutto quello che visse Feltre», ha sottolineato Perenzin, che ha rilanciato il richiamo di don Ciotti «a non essere cittadini ad intermittenza».
Poi un emozionato Felice Angelini ha sollevato il tricolore che copriva la targa dedicata ai fratelli, davanti agli anziani partigiani seduti in prima fila all’entrata della galleria. Una galleria che, ha annunciato il sindaco Perenzin, «al massimo nei prossimi due mesi sarà oggetto di manutenzione».
Stefano De Barba
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi