Gaffe di Serracchiani sul Vajont: «Diga crollata»

Sarcasmo social scatenato dopo un tweet dell’ex presidente del Friuli – Venezia Giulia. Poi un nuovo messaggio con le scuse 

Francesco Dal Mas
Il tweet originale, poi cancellato, e quello di scuser
Il tweet originale, poi cancellato, e quello di scuser

Debora Serracchiani, già presidente della regione Friuli Venezia Giulia, eletta parlamentare del Pd (è stata a capo del gruppo alla Camera) sa bene che la diga del Vajont non è crollata e che non è stata quella la causa delle 1910 vittime del 9 ottobre 1963. Anche perché sul Vajont e su quella diga c’è stata più  volte. Ma ricordando su Twitter  la tragedia di 59 anni fa è inciampata in un clamoroso errore per cui, nonostante le successive scuse, è stata al centro di un feroce tiro al bersaglio.

«Non dimentichiamo le vittime e la catastrofe di 59 anni fa con il crollo della diga del Vajont, una tragedia in cui persero la vita oltre 2000 persone. Una ferita per il Fvg e per l’Italia intera» aveva twittato infatti. Due clamorosi falsi in sole 195 battute. Non solo la diga è rimasta in piedi, perché a crollare è stato il versante in movimento del monte Toc. Ma le vittime sono pressoché tutte venete.

I social hanno rilanciato gli errori, che sono stati al centro di sarcasmo: c’è ad esempio chi ha chiesto a  Serracchiani se fosse stata lei stessa a ricostruire la diga. Ieri mattina, quindi un po’ tardi per la verità, la parlamentare dem ha ritirato il tweet e si è scusata.

Debora Serracchiani
Debora Serracchiani

«Chiedo scusa. Molti di voi hanno segnalato errori nel mio tweet sulla catastrofe del #Vajont. Sono stata su quei luoghi e la verità verso i fatti avvenuti impone di ricordare che la diga non crollò. Gravi furono le responsabilità umane. Giusto ricordare le tante vittime venete», ha sottolineato in un nuovo tweet.

Serracchiani è strettissima collaboratrice di Enrico Letta, segretario del Pd. In occasione del 50° anniversario dell’immane tragedia, fu la stessa Serracchiani, allora governatrice del Friuli Venezia Giulia, ad accompagnare l’allora premier, appunto Letta, alla diga e ad Erto. Era fra l’altro la prima volta di un presidente del consiglio italiano in quei luoghi. Lo svarione, quindi, per certi aspetti diventa ancora più intollerabile. Almeno così la pensano tanti superstiti a Longarone.

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