Fusione, consiglio rovente sull’incarico

TRICHIANA. Il tema della fusione divide il consiglio comunale. Nella seduta di lunedì a Trichiana l’argomento principale era quello relativo alla costituzione di un Comune unico con Limana.
Nello specifico, si trattava di convalidare la deliberazione di giunta sull’approvazione dello schema di convenzione per la gestione associata dell’attività di verifica, mediante affidamento di un incarico esterno, della fattibilità di un progetto finalizzato alla riorganizzazione comunale, in vista di una fusione tra i due Comuni.
Un passaggio che sarà affrontato anche questa sera a Limana.
Sulla fusione “a due” la giunta trichianese si è dimostrata ancora una volta più che compatta. Perplessa invece la minoranza, che ha espresso il proprio voto contrario. «Il percorso è stato avviato già da diverso tempo e siamo convinti della sua bontà», ha sottolineato il sindaco, Fiorenza Da Canal. «Per questo con Limana abbiamo deciso di partecipare a un bando regionale che finanzia per l’80% studi di fattibilità finalizzati alla fusione. Per il restante 20%, i due Comuni parteciperanno con 2 mila euro a testa. La gara ha visto l’assegnazione dello studio a una ditta lombarda».
«Non sono convinto, sia per il metodo che nel merito», ha evidenziato il capogruppo di minoranza, Giorgio Cavallet. «Prima è stata fatta una delibera di giunta e poi la si va a convalidare in consiglio. Mentre questo argomento avrebbe dovuto essere condiviso. Qui si tratta di fare il bene della comunità».
Sul merito, Cavallet ha ricordato che esiste già uno studio di fattibilità: «È datato 2014 e vede come autore Luca Antonini, affermato professore dell’Università di Padova. Riguarda inoltre tutti e quattro i Comuni (anche Mel e Lentiai, ndr) della Sinistra Piave. Come mai era costato 15 mila euro? Mentre questo, per due Comuni, che è un doppione, ne costerà 20 mila? L’obiettivo ultimo, inoltre, deve essere la fusione “a quattro”: la dimensione ottimale per la gestione dei servizi è di 20 mila abitanti. Se lo scopo è veramente arrivare a un unico Comune della Sinistra Piave, il percorso che avete intrapreso è sbagliato».
Identiche le perplessità espresse dal consigliere Matteo Cesca, che ha chiesto se sul tema fusione ci siano stati confronti con partiti politici.
«Abbiamo deciso di ragionare con due Comuni perché ci sono “velocità” diverse», ha risposto la Da Canal. «Il gruppo per arrivare a una fusione “a quattro” ha lavorato in modo proficuo per un anno e mezzo. Il tema della gestione rifiuti ha poi creato una frattura. Con Mel e Lentiai ci siamo incontrati e parlati in modo franco: Limana e Trichiana sono convinti di questo percorso e gli altri due Comuni ci hanno dato la libertà di andare avanti. E non è escluso che questa sia una fase propedeutica a una successiva fusione che veda includere anche Mel e Lentiai».
«Abbiamo ben presente lo studio del 2014», ha aggiunto il vice sindaco, Gianluca Franco, «si tratta di una fotografia dei quattro Comuni. È utilissima, ma non basta. Il lavoro che abbiamo commissionato (che costerà meno di 20 mila euro, perché c’è stato un ribasso) darà tutte le indicazioni concrete su come riorganizzare uffici e servizi, affiancando nel percorso di fusione amministratori e capi settore. Abbiamo fatto la scelta, che potrà essere faticosa, di procedere in due: ma è quella che si è rivelata, ora come ora, attuabile. L’obiettivo è arrivare alla fusione entro fine mandato. Non si può più aspettare».
Martina Reolon
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