Frode fiscale: arrestato Piergiorgio Baita, presidente della Mantovani

VENEZIA. Un ’fondo nerò con 10 milioni di euro attraverso fatture false, la cui emissione ha portato all’ arresto in Veneto di 4 persone, tra le quali Piergiorgio Baita, presidente della ’Mantovanì, potrebbe celare finalità diverse dalla mera evasione fiscale. Lo spettro delle tangenti aleggia infatti nell’inchiesta della procura veneziana che ha raggruppato in un unico troncone due indagini della Guardia di Finanza, una veneziana legata ad un filone relativo ad una precedente indagine per tangenti e l’altra padovana scaturita da una verifica fiscale, che hanno portato alla scoperta di un sistema, a opera l’accusa della sanmarinese Bmc Broker, di ’creazionè di fatture false per inesistenti consulenze tecniche al Gruppo Mantovani, e non solo, che per i finanzieri poteva gestire in proprio. Anche perchè la Bmc, secondo l’ipotesi accusatoria, non aveva le caratteristiche nè le capacità e i professionisti per farle.
La struttura della Bmc era tutta condensata in un ufficio sul Monte Titano di 50 mq, privo di fotocopiatrice e con un’unica dipendente e un titolare, William Colombelli, 49anni, che dichiarava da anni un reddito di 12 mila euro. Un’entrata al di sotto della soglia della povertà, ma Colombelli aveva un tenore di vita elevato, due barche, auto di lusso, una villa sul Lago di Como e un’altra sul lago di Lecco. Stando agli accertamenti dei finanzieri, la società ha incassato 10 mln per consulenze per il Gruppo Mantovani. Una realtà imprenditoriale, quest’ultima, che guida una cordata di imprese che si è aggiudicata per 160 mln l’appalto per la realizzazione della piastra del sito espositivo di Expo Milano 2015, è impegnata nei lavori di costruzione del Mose e in altri interventi pubblici realizzati con il sistema del project financing in Veneto (come l’ospedale di Mestre). A proposito dell’impegno del gruppo su Expo 2015 è lo stesso sindaco di Milano Giuliano Pisapia ad «auspicare, nell’interesse di tutti e al fine di evitare polemiche, che, dopo quanto accaduto oggi, Piergiorgio Baita si dimetta spontaneamente da rappresentante legale della società o che la Mantovani decida di modificare la propria governance». Il Gruppo è inoltre il terzo azionista dell’autostrada
Padova-Venezia. Baita, 64 anni, già coinvolto in una Tangentopoli negli anni ’90, e Claudia Minutillo (48), ex segretaria dell’ex governatore Giancarlo Galan e Ad di Adria Infrastrutture, erano già sotto il mirino dei finanzieri in un filone d’indagine che aveva portato nel 2011 all’arresto, per tangenti, tra gli altri, dell’ex Ad dell’autostrada Venezia-Padova, Lino Brentan.
Ma è stato l’accertamento fiscale alla Mantovani che ha aperto un nuovo fronte: nel 2005 la Bmc aveva emesso fatture indicando nell’oggetto attività tecniche che in realtà venivano svolte da altre società e in altri casi mai fatte. Le fatture false sono state pagate tramite bonifico bancario su conti bancari di San Marino e, a stretto giro, gli importi sarebbero stati prelevati in contanti per la quasi totalità (esclusa la ’commissionè) da Colombelli e poi ridati a Baita e alla Minutillo. Fondamentale è stata la collaborazione della Repubblica del Titano, ma anche della Svizzera, mentre si attendono risposte da Croazia, Canada e Germania. Dalla documentazione in mano agli inquirenti emerge la corrispondenza tra la Bmc e una ventina di altre società, come Consorzio Venezia Nuova, Veneto Acque, Passante di Mestre, Veneto Strade, Autorità Portuale di Venezia. I finanzieri vogliono capire quale tipo di rapporto ci fosse, ma soprattutto vogliono sapere come i fondi neri così creati siamo stati utilizzati, forse per altre finalità.
Gli arrestati:
Piergiorgio Baita, Ad del consiglio di amministrazione
della Mantovani Spa e vice presidente di Adria Infrastrutture Spa.
Nicolò Buson, responsabile amministrativo della Mantovani Spa.
Claudia Minutillo, amministratore delegato di Adria Infrastrutture
ed ex segretaria di Galan.
William Colombelli, presidente della Bmc Broker Srl.
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