Francesco Agosti, medico buono e generoso

BELLUNO. Una figura, quella di Francesco Agosti, troppo spesso dimenticata in ambito bellunese. A farlo notare è il conte Damiano Miari Fulcis.
O meglio, quest’ultimo porta la testimonianza dell’unica nipote in linea retta di Agosti, Francesca Nicolis vedova Arban, mancata poche settimane fa, e a cui Miari non ha fatto in tempo a consegnare il documento stampato a Belluno nel 1910 “Guida provvisoria del Museo civico di Belluno”.
«Un documento di cui sono venuto recentemente in possesso», evidenzia Miari Fulcis. «La mia intenzione era darne una copia alla Nicolis, mia amica d’infanzia. Il libretto parla infatti delle importantissime donazioni di opere d’arte fatte al Museo di Belluno da parte di Agosti. Oggi, in memoria di Francesca Nicolis, così come lei stessa avrebbe desiderato, ci è sembrato bello ricordare il nonno materno che, pur vissuto in tempi remoti, ha tanto amato Belluno e non deve essere dimenticato».
Il conte Francesco Agosti, nato nel 1867, era collezionista d’arte, «e soprattutto benefattore della città», evidenzia Miari, «oltre che stimato medico. Non dimentichiamo che i suoi concittadini lo avevano soprannominato “il medico buono”, per la sensibilità e umanità con cui esercitava la propria professione. Una figura di cui sentivo spesso parlare da bambino e che mi è rimasta impressa».
Nel documento datato 1910 e stampato da quella che allora era la Tipografia Cavessago si parla di come nacque nel palazzo dell’antico collegio dei giuristi il Museo civico del capoluogo. In particolare si legge nell’introduzione dell’allora sindaco Vittorio Zanon che «per esemplare munificenza del conte dott. Francesco Agosti, il riordinatore poté tentare una ricostruzione, pallida e lacunosa, ma attraente, di quella che fu la “caminada” o sala del consiglio dei nobili, esponendo le immagini dei dipiniti di Jacopo da Montagnana e di Pomponio Amalteo e pochi luminosi frammenti salvati dalla distruzione».
E ancora si parla della saletta d’ingresso del Museo, dove sono esposti «anche vari disegni del Brustolon regalati da Francesco Agosti». «A quest’ultimo», aggiunge Damiano Miari, «la città di Belluno ha in passato anche intitolato una via. E ciò è un’ulteriore testimonianza dell’importanza che questa figura rivestì nella vita culturale della sua terra». (m.r.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi