Franceschi al lavoro nella sua Cortina

CORTINA. Da domani Andrea Franceschi potrà lavorare a Cortina nell'albergo di famiglia. Dopo tanti no, dopo essere stato messo agli arresti domiciliari e poi mandato in esilio, per Franceschi arriva il primo ok a una sua richiesta. È arrivata ieri la comunicazione dal collegio del processo del Tribunale di Belluno, formato dal presidente Antonella Coniglio con Elisabetta Scolozzi e Cristina Cittolin, al quale Franceschi aveva chiesto di poter lavorare, durante l'estate, nell'albergo di famiglia, al posto di suo fratello, che per motivi di salute non potrà continuare la stagione. «Il tribunale ha accolto la richiesta di poter aiutare i miei genitori, vista l'assenza di mio fratello Matteo, nell'albergo di famiglia», dice contento Franceschi. «Sabato inizio e, anche se solo per il tragitto casa-hotel, potrò rimettere piede nella mia amata Cortina. Ho indicato gli orari di lavoro che farò e quindi i periodi in cui starò a Cortina, che ovviamente rispetterò».
«Non posso fermarmi in giro per Cortina, perché continua la misura di esilio, ma almeno posso aiutare i miei genitori», sospira il sindaco. «Mio fratello purtroppo è stato male. Per l’estate dovrà restare a riposo e curarsi, quindi ho chiesto di poter aiutare mamma e papà. Sono contento che il collegio del Tribunale abbia accettato la mia richiesta. È un passo avanti per tornare alla normalità ed è un modo per rivedere il mio amato paese dopo oltre un anno».
Un passo avanti che finora era sempre stato negato a Franceschi. I primi di luglio il Tribunale del riesame di Venezia respinse il ricorso presentato dai legali Pecorella e Prade, che chiedevano che gli venisse tolto l'esilio. Pecorella provò a sollevare un’eccezione d’incostituzionalità, ma il giudice Angelo Risi e i suoi colleghi respinsero anche quella. Parenti e amici avevano chiesto che la misura cautelare fosse tolta già a fine giugno. I familiari avevano anche scritto una nota, nella quale si appellavano ai giudici, affinché considerassero «l’aspetto umano di una vicenda, che vede un giovane di 35 anni escluso per più di 430 giorni dal suo paese e dalla sua terra. Agli occhi delle persone che aspettano il suo ritorno da tanto tempo, il protrarsi della misura cautelare appare sempre più doloroso e incomprensibile».
L'esilio di Franceschi continuerà fino alla mezzanotte del 3 ottobre. In quel momento il processo che lo vede protagonista (con l’accusa di turbativa d’asta, tentata violenza privata, abuso d’ufficio e minacce e pubblico ufficiale per la vicende dell’appalto relativo al controllo e all'informazione dei rifiuti e agli autovelox che Franceschi chiese ai vigili di togliere), sarà ancora in corso, ma il divieto di dimora a Cortina avrà raggiunto il suo tempo massimo. Franceschi potrà quindi tornare a in paese dal 4 ottobre; con ogni probabilità gli verrà tolta anche la sospensione dal ruolo di sindaco, quindi potrà tornare anche ad amministrare il Comune.
Da domani, comunque, potrà rivedere le sue crode, lavorare, stare vicino ai genitori e dare loro una mano.
Ieri Franceschi ha subito comunicato la notizia agli amici su Facebook, che hanno risposto entusiasti. Immensa la gioia anche di Carla ed Ernesto, i genitori di Andrea, che potranno rivedere il figlio al loro fianco e lavorare assieme a lui.
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