Foto pedo-porno, condannato a tre anni

Accolta la richiesta del pm per Gianpietro Ferro, 57 anni, professore di Pedavena. Nel pc un archivio di immagini e video
- Un agente della polizia postale mentre effettua dei controlli
- Un agente della polizia postale mentre effettua dei controlli

PEDAVENA. Tre anni di reclusione per detenzione di materiale pedo-pornografico. Distruzione del materiale sequestrato all’imputato e pagamento delle spese processuali. È la condanna inflitta dal giudice Antonella Coniglio a Gianpietro Ferro, 57 anni, l’insegnante di Pedavena, pizzicato per la seconda volta, nel maggio del 2005, in possesso di materiale proibito. Accolta, dunque, in pieno la richiesta di condanna del pubblico ministero che aveva chiesto appunto la stessa pena.

La vicenda risale al 24 maggio di sette anni fa, poco più di un anno dopo un’altra inchiesta per lo stesso reato che lo aveva visto coinvolto. Quel giorno Ferro fu trovato nella sua abitazione. Inizialmente l’insegnante si rifiutò di aprire agli agenti della polizia postale, che si erano nuovamente presentati davanti alla sua porta di casa, con un mandato di perquisizione emesso dalla procura della Repubblica di Siracusa, da dove partì l’inchiesta. Ma gli agenti, dopo essere addirittura saliti in un terrazzo, riuscirono a farsi aprire e ad entrare.

Nel bagno della soffitta, adibita a studio, gli agenti trovarono un computer ed alcuni raccoglitori contenenti immagini inequivocabilmente a sfondo pedo-pornografico: c’erano bambini di tutte le età, anche di cinque anni, nudi, alcuni piangevano disperati, mentre venivano costretti a subire gli abusi sessuali dagli adulti. Sguardi disperati o persi nel vuoto, incapaci di capire il motivo di tanta crudeltà e sadismo da parte dei loro aguzzini pedofili. Alcune delle immagini catalogate in modo molto ordinato dal prof di Pedavena, c’era una sezione particolare archiviata alla voce “Dreams” che in inglese significa “sogni”. «I sogni proibiti - ha sostenuto il pubblico ministero in requisitoria - dell’insegnante di Pedavena».

Da parte sua la difesa aveva chiesto, al termine dell’arringa, l’assoluzione dell’imputato.

Nel maggio del 2005, assieme a Ferro, finirono nei guai 186 insospettabili di 16 diverse regioni italiane. La procura della Repubblica di Siracusa contestò ai vari indagati la detenzione di materiale pedopornografico in relazione a fatti commessi all'estero: gli inquirenti sostenevano l'esistenza di un sito web segreto dal quale venivano scaricati film con abusi sessuali su bambini anche di 4 anni. Un sito che non era presente nei motori di ricerca web e al quale si poteva avere accesso soltanto con una password: quanto ai filmati, erano con bambine di età compresa tra i 4 e gli 8 anni vittime di abusi sessuali e sevizie. Almeno undici i mesi di lavoro per gli investigatori che fecero emergere un numero di internauti molto alto.

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