Figlio cacciato di casa da padre e matrigna: chieste pesanti condanne

FELTRE
Cacciato di casa quando era ancora minorenne. Il padre L.M. rischia una condanna a due anni e sei mesi per maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare, mentre la matrigna N.Z. due anni solo per la prima ipotesi di reato. Queste le richieste del pubblico ministero Sandra Rossi, alle quali l’avvocato di parte civile Roberta Resenterra ha aggiunto 50 mila euro di risarcimento danni. Le difese Ylenia Pocaterra ed Erminio Mazzucco, invece, sono convinte dell’innocenza degli imputati. L’udienza era fissata per le 15, la discussione è andata per le lunghe e il giudice Feletto ha rinviato al 22 marzo per eventuali repliche e sentenza, perché alle 18 il palazzo di giustizia chiude.
Secondo quanto era emerso nel corso delle indagini preliminari, entrambi avrebbero maltrattato il ragazzo, costringendolo a rifugiarsi in soffitta, per poi buttarlo fuori ci casa. A quel punto, l’unica speranza era la nonna. La più accanita sarebbe stata la nuova compagna del padre. Gli insulti erano quotidiani e andavano dall’alcolizzato al drogato, ma c’erano anche i dispetti, come quello di buttarli via i vestiti. Il giovane andava a scuola e, quando tornava a casa, non trovava niente da mangiare per pranzo. Digiuno anche a cena.
Secondo la Procura della Repubblica, la donna l’ha aggredito almeno tre volte, premendogli un gomito sulla gola, prendendolo a schiaffi e puntandogli sul collo un manico di scopa. Tutto questo sarebbe andato avanti dal settembre 2017 al maggio 2018, quando era stato mandato via da casa da almeno due mesi. Il padre è accusato anche di non aver mai provveduto al suo mantenimento: dal vitto, al vestiario e alle cure dentistiche. Non gli sarebbe mancata la disponibilità economica, ma la volontà.
Anche in questo senso, la nonna è stata fondamentale, soprattutto fino a quando la parte offesa ha trovato la forza di denunciare la sua penosa situazione. Le richieste sono state presentate al giudice, da capire se il pubblico ministero intenderà replicare. Non dovesse farlo, si andrà subito a sentenza. —
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