Feltre, post minaccioso sul candidato, ex poliziotto davanti al giudice

Minaccia social in campagna elettorale. Il candidato sindaco alle amministrative di Feltre dello scorso anno Adis Zatta chiede, per cominciare, le scuse pubbliche ad Alberto Molin, il poliziotto in pensione che nel mese di giugno aveva postato sul profilo Facebook “Per Feltre Viviana Fusaro sindaco” il suo manifesto elettorale con il volto crivellato di colpi, un mirino al posto del simbolo della lista civica Cittadinanza e Partecipazione e il messaggio «questo sarebbe il bersaglio migliore». Seguirà un tentativo di conciliazione da parte del giudice di pace Nicola Parrocco: il risarcimento danni non è ancora stato quantificato, ma in mancanza di questo passaggio interlocutorio si andrà a processo, con l’audizione di tutti i testimoni necessari alla formazione della prova.
L’imputato è difeso dagli avvocati Federico Donegatti e Giorgio Lorenzo Crepaldi, che avrebbero ricevuto il mandato all’ultimo momento, pertanto ieri hanno chiesto un termine a difesa, in maniera da potersi studiare il fascicolo. Parrocco l’ha accordato, rinviando all’udienza del 24 giugno. L’ex assessore della giunta Paolo Perenzin è pronto a costituirsi parte civile con l’avvocato Luciano Perco: «Non è certo critica politica quella che abbiamo visto sul profilo social dell’allora candidata Fusaro», sottolinea Perco, «si tratta di una minaccia, per niente velata, di morte, a proposito della quale all’epoca avevamo presentato una querela. Gli accertamenti della Digos della polizia hanno portato alla persona, che ha messo in rete il manifesto riveduto e corretto in maniera decisamente infelice».
Molin si era candidato alle amministrative del 2017 con la civica Libera Lista e aveva raccolto 108 voti, pari all’1,10 per cento. Lontanissimo dagli altri candidati Perenzin 52,33 per cento ed eletto al primo turno; Michele Balen 32,64; Cristian Tatto 5,77; Moreno Scopel 4,78 per cento e Giuseppe De Cet 3,34. Tutto fa presupporre che, nell’ultima tornata, fosse un sostenitore dell’attuale sindaco Fusaro, ma quel messaggio condiviso gli è costato un processo penale, davanti al giudice di pace, in mancanza di aggravanti: «Quello che il mio assistito chiede sono le scuse pubbliche sul giornale», conclude Perco, «dopo di che vedremo quello che succederà davanti al giudice. Aggiungo che il post non era stato rimosso subito, ma dopo qualche ora dalla sua pubblicazione».
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