Feltre: lo Iulm se ne va, in dieci rischiano il posto

Sono i "figli" abbandonati, quelli che nel doloroso divorzio tra Iulm e comune nessuno può - o vuole - prendersi in carico
La riunione di ieri mattina a Palazzo Borgasio
La riunione di ieri mattina a Palazzo Borgasio
FELTRE. Sono i "figli" abbandonati, quelli che nel doloroso divorzio tra Iulm e comune nessuno può - o vuole - prendersi in carico. Così fra quarantacinque giorni i dieci dipendenti di palazzo Borgasio saranno a tutti gli effetti disoccupati. Salvarli è un'impresa. Eppure provarci è d'obbligo. Per questo ieri mattina si sono riuniti, accanto ai lavoratori, i sindacati (Anna Orsini e Domenico Carlomagno per la Cisl), i vertici istituzionali del comune (sindaco Gianvittore Vaccari, vicesindaco Ennio Trento) e della provincia (l'assessore all'istruzione Degan), con i consiglieri regionali Dario Bond, Sergio Reolon e Matteo Toscani. Un vertice forse tardivo, perché al 31 dicembre - ultimo giorno dell'ateneo in città - manca soltanto un mese e mezzo. Ma necessario, anzi addirittura indispensabile, a questo punto, per provare a rimettere in piedi un'ipotesi di futuro. Ci sono dieci famiglie in gioco. E a tre dipendenti mancano due anni e mezzo per maturare il diritto alla pensione. Si tratta dunque di lavoratori non facilmente ricollocabili e che le istituzioni vogliono salvare da una disoccupazione che sarebbe drammatica. Sono due le ipotesi emerse dal confronto. La prima prevede che ai dipendenti della Iulm possa essere riconosciuto lo status di dipendenti pubblici, sia perché il loro contratto è di quel tipo, sia per il lavoro svolto, anche se a beneficio di un ateneo privato. Una richiesta in questo senso era già stata fatta al ministero nel 2007 e nel 2008, ma poi si era impantanata di fronte alle prime difficoltà. I sindacati proveranno a rilanciarla, fin da domani, con un incontro a Roma, al ministero della pubblica istruzione. In seconda battuta se ne parlerà il 23 a Venezia, in un incontro fra Anna Orsini della Cisl e l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, organizzato da Bond. In caso di risposte negative, che in effetti sono assai probabili, si batterà una seconda pista. Potrebbero essere i soci della Fondazione università - o la Fondazione stessa - a farsi carico dei dieci dipendenti. Con assunzioni dirette, laddove fossero possibili. Oppure, dal 2011, con un impiego di qualche tipo nei progetti formativi del campus feltrino, che dovrebbero intensificarsi, perché la Fondazione non avrà più la "rata" da versare alla Iulm e avrà quindi maggiore disponibilità economica per avviare progetti con gli altri atenei del Veneto. Solo a margine della riunione si è parlato invece delle altre questioni legate all'addio dell'ateneo: la biblioteca che la Iulm vuole portare via e il conto che il rettore Puglisi ha presentato alla città per gli ultimi due anni di attività ridotta. Per la biblioteca le speranze sono ridotte al lumicino, anche perché Puglisi non sembra disposto a far sconti a chi - dal suo punto di vista - l'ha messo alla porta. Per la convenzione, si cercherà probabilmente un'intesa, per evitare di finire in causa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi