Feltre. Certificato di staticità scaduto nel 2018. «Il bando per il Palaghiaccio è illegittimo»

FELTRE.
«Offesi come gestori che da 40 anni hanno prima progettato e poi gestito il palaghiacco, e molto preoccupati come cittadini per il futuro dell’impianto sportivo». Silvano Turrin e Ruggero Casagrande, ovvero presidente e vicepresidente del Cooperativa Feltreghiaccio giocano a carte scoperte e annunciano ricorso contro la validità del bando, viziato, secondo loro, dalla mancanza del certificato di staticità del complesso del Drio le Rive.
«Certificato scaduto nel maggio del 2018», affermano i due dirigenti, «e non rinnovato dal Comune, malgrado il Coni e la Federazione italiana sport ghiaccio lo reputino un documento fondamentale. Senza questo requisito il bando non doveva nemmeno essere pubblicato. Faremo ricorso e i nostri legali stanno valutando la strada più breve ed efficace. Qualcuno ci ha voluti estromettere dai giochi, lasceremo il palaghiaccio ma combatteremo per tutelare la nostra immagine, la nostra professionalità ed evitare che il principale impianto sportivo della città finisca nelle mani di persone (i soci della cooperativa Elementa ndr) certamente in buona fede, ma sulle quali la stessa commissione di gara avanza molte riserve tanto da assegnare al progetto presentato 37,5 punti su 70. Una sufficienza risicatissima. C’è di che essere molto preoccupati».
Dente avvelenato
Turrin e Casagrande hanno deciso di rompere gli indugi. Mentre si stanno sbaraccando gli uffici con una bella fila di scatoloni in parte già riempiti, i due dirigenti, passano decisamente all’attacco: «Siamo vecchi, ma non rimbambiti, mentre sembra che qualcuno voglia trattarci proprio così. Non ci stiamo. Adempiamo alla decisione del giudice che ha stabilito la riconsegna delle chiavi anche se c’è un perito che deve ancora esprimersi (il termine è fine ottobre) sula nostra richiesta di vederci rimborsare gli investimenti fatti nell’arco di oltre trent’anni. Perché ricordiamo che nel 1984 il palaghiaccio ci fu consegnato vuoto. Tutto quello che c’è dentro, dall’arredamento fino al tabellone segnapunti lo ha acquistato la cooperativa.
«Bando illegittimo»
Turrin e Casagrande vanno giù duro: «Non è possibile aprire un bando di gara su un edificio per il quale manca il certificato di staticità, scaduto da oltre due anni. Per noi è illegittimo e faremo ricorso. Poi c’è la questione del contenuto del bando che ci lascia perplessi: non è prevista la presenza nel Consiglio direttivo di nessun membro del Comune, quasi che la politica lasci il palaghiaccio al proprio destino, il costo del contributo annuale che sale da 120 a 145 mila euro mentre non c’è alcun riferimento riguardo le professionalità maturate in questi anni, tutte persone che dovremo licenziare mettendo in liquidazione la società. Parliamo di sei persone fisse, che salgono a quindici in piena stagione, tutte a libro paga. Un segno di scarsa sensibilità da parte di chi ha steso il testo del bando. Visto il trattamento che ci è stato riservato possiamo dire che combatteremo per salvaguardare un patrimonio della città qual è il palaghiaccio».
«Ci hanno voluti eliminare»
Il pensiero torna al 2012: «Fu l’anno in cui il Comune non versò alla cooperativa i 120 mila euro di contributo. Circostanza che ci ha costretti a non versare i contributi Inps per il personale, aprendo la procedura di morosità con il fisco che ha portato all’esclusione dal bando. Però, andando a verificare altre situazioni in giro per l’Italia, chi si è accollato la rateizzazione della multa e paga regolarmente, è stato ammesso poi ai bandi di gara. Una possibilità che a Feltre non è concessa. Chissà come mai». —
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