Fase 2, riaprono i cantieri per Cortina 2021 Riparte il tessile per l’esportazione

BELLUNO. Riapre il tessile, che esporta. Ripartono i cantieri delle grandi opere. Le fabbriche metalmeccaniche consolidano la presenza dei lavoratori in fabbrica; la Costan arriva al 70 per cento. Le occhialerie vanno avanti, navigando a vista, perché il mercato non tira. L’artigianato rimette in moto i motori con le piccole imprese dell’edilizia e dell’impiantistica.
Ultima settimana per accelerare, in maniera da essere pronti per il 4 maggio. Intanto una rassicurante conferma in vista di Cortina 2021: Tra oggi e domani», assicura il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, i cantieri finalmente si materializzeranno in via Uberti e in località “4 Valli». Lavori Anas sull’Alemagna, all’ingresso e alla fine di Longarone. La riapertura di via Uberti – perché di questo si tratta – consentirà l’avvio delle opere a Castellavazzo che richiedono due sensi unici, uno sulla statale 51 di Alemagna e l’altro su via Uberti: «Peccato che a lavorarci», commenta Antonio Olivotto, presidente provinciale dell’Ance, «non siano imprese bellunesi». Imprese che invece cominceranno ad operare a giorni, più probabilmente a partire dal 4 maggio, nei cantieri di Veneto Strade. Silvano Vernizzi, il coordinatore della società, sta programmando con i suoi collaboratori i primi lavori. Già questa mattina, invece, ripartono i lavori nei boschi perché i privati possono farsi la legna, «garantendo così una manutenzione dei nostri boschi fondamentale per evitare la proliferazione del bostrico, particolarmente pericolosa in questo periodo siccitoso», come sottolinea Confartigianato.
All’opera anche le imprese edili. Sono infatti permesse le ristrutturazioni con denuncia dell’attività. Per quanto riguarda le industrie, ecco la novità di giornata. Già questa mattina potrebbero rimettersi al lavoro gli stabilimenti della Manifattura Valcismon di Fonzaso, della Interksos di Paludi, in Alpago e delle altre aziende tessili che esportano più del 50 per cento della produzione. E che hanno, quindi, l’esigenza di presidiare i loro mercati. Si tratta di imprese, riconosciute di rilevanza strategica –-precisa Confindustria Dolomiti, sulla base della direttiva ricevuta dal Governo - le cui attività sono prevalentemente orientate all'export e la cui prolungata sospensione, quindi, rischia di far perdere al nostro Paese quote di mercato. Ma, attenzione, il concetto della rilevanza strategica viene fatto valere anche per quelle attività del settore costruzioni che riguardano interventi volti al contrasto del dissesto idrogeologico e nel campo dell'edilizia residenziale pubblica, scolastica e penitenziaria. «Pertanto, previa comunicazione prefettizia via posta certificata, la ripresa delle attività sopra richiamate sarà possibile già a partire da lunedì 27 aprile», fa sapere Confindustria, fermo restando l’impegno ad adottare tutte le possibili misure di sicurezza. Le occhialerie, dal canto loro, proseguiranno a ranghi ridotti come hanno fatto questa settimana. Anzi, con qualche giorno in più di cassa integrazione da parte di alcuni gruppi- «Il problema, come ci è stato riferito», spiega Denise Casanova della Cgil, «è che, smaltiti gli ordini in giacenza, non arrivano commesse dall’estero e neppure dall’Italia, perché i negozi sono chiusi».
Le percentuali di lavoratori in fabbrica non arrivano, pertanto, al 50 per cento. Meno a singhiozzo prosegue la metalmeccanica. La Costan, ad esempio, sta richiamando in fabbrica circa 7 lavoratori ogni 10. «In sostanza», annota Mauro de Carli, segretario della Cgil, «le industrie che potevano ripartire, in un modo o l’altro, l’hanno già fatto. Anzi, alcune non hanno mai smesso di lavorare. E su questo una riflessione va fatta».
Resta un problema non indifferente. Anzi, due. Trasporti e ristorazione: «Alcune soluzioni le abbiamo anticipate, per esempio nel trasporto». spiega Padrin -, altre le dovremo trovare. Ristoranti e mese dovranno riaprire, seppur in deroga». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi