Farmaci in ospedale: è polemica a Belluno

Iniziano a farsi numerosi i casi di persone "dirottate" alla farmacia ospedaliera di Belluno e Feltre. Grubissa: «L'Usl risparmi pure, ma non sugli utenti»
Alcune pastiglie di farmaci
Alcune pastiglie di farmaci
BELLUNO. Che certi farmaci si debbano acquistare alla farmacia dell'ospedale può andare bene, qualora ciò non implichi, però, disagi per gli utenti. Iniziano a farsi numerosi i casi di persone "dirottate" alla farmacia ospedaliera di Belluno e Feltre, per acquistare particolari medicinali che potrebbero trovare anche nelle altre farmacie. E iniziano a farsi sentire i problemi. Come segnala un residente di Chies d'Alpago che in una lettera a La Repubblica definisce "simpatica novità della mia Regione", il fatto che "un tipo di insulina non è più disponibile nelle normali farmacie e per ritirarla ci si deve recare al San Martino nella comoda fascia oraria che va dalle 10.30 alle 12 dei giorni feriali". E per i festivi? O ci si rivolge al reparto sperando che abbia il farmaco o si deve attendere il lunedì o comunque il primo giorno lavorativo utile. Ma non sempre è possibile. E ieri in una farmacia del Bellunese è accaduto, come ci racconta il farmacista che, «una signora ha chiesto un antibiotico, che solitamente acquistava alla farmacia ospedaliera, ieri però chiusa, per cui si è rivolta al reparto che l'aveva finito. Per cui è venuta da noi ma, visto che non lo avevamo disponibile, le ho risposto che possiamo fornirglielo soltanto domani (oggi per chi legge, ndr). Ma alla signora serviva ieri. Cosa si fa?». È difficile dirlo anche perchè per questi medicinali serve la ricetta rossa del medico di famiglia. «Il problema», cerca di spiegare il problema Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno, associazione che non vede di buon occhio questa scelta dell'Usl, «è che manca un'informazione corretta all'utente che pensa che alcuni farmaci si trovino soltanto nella farmacia dell'ospedale. E così capita che il medico di base, indirizzando il paziente alla struttura ospedaliera, non scriva la prescrizione rossa, ma compili il semplice foglio bianco, foglio con cui non si possono ritirare questi medicinali». Ma sotto, secondo Grubissa, c'è «il piano dei risparmi che la Regione ha formulato per le aziende sanitarie», cerca di specificare la situazione, il presidente dei Federfarma che aggiunge: «Da diversi mesi, infatti, le Usl hanno iniziato a rivedere gli acquisti di medicinali e si sono orientate a una riduzione dei costi che può venire tramite un'acquisto di grandi quantitativi di medicinali. Per questo viene incentivata la vendita nella farmacia ospedaliera», a scapito quindi delle farmacie private. «Nella nostra Usl, la spesa farmaceutica rappresenta il 13% del totale, e di questa quelle per medicinali particolari è solo del 5%. Le due Usl ci hanno convocato per chiederci di sottoscrivere una convenzione, ma non ci stiamo perchè così si mette in difficoltà la fascia più debole della popolazione, come gli anziani, costretti a prendere il taxi, percorrendo decine di chilometri, per riuscire ad arrivare all'ospedale in tempo per acquistare le medicine. Va bene risparmiare, ma non sulla pelle dei cittadini».

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