Ex stazione di Nebbiù a rischio Campi sollecita la ditta Moser

PIEVE di cadore
Il Comune di Pieve di Cadore vuole ricostruire l’ex stazione di Nebbiù in tempi brevi. Per questo motivo l’assessore Stefano Campi ieri mattina ha interessato gli uffici comunali preposti, al fine di velocizzare l’iter che prevede il coinvolgimento dell’edilizia privata. L’ex stazione ferroviaria di Nebbiù, da anni in disuso e nei giorni scorsi interessata dal crollo del tetto sotto la spinta della neve, è da anni al centro di un progetto di riqualificazione che vede come partner istituzionale la ditta Moser.
Toccherà a quest’ultima finanziare i lavori di ricostruzione del tetto e di rifacimento della muratura esterna. «Si tratta di un accordo redatto anni fa, parallelo alla realizzazione di un supermercato in quella stessa zona», ha spiegato l’assessore Stefano Campi.
«La riqualificazione della stazione di Nebbiù», ha aggiunto Campi, «è tornata di stretta attualità visto che nei giorni scorsi è stata interessata dal crollo del tetto. Ora più che mai quei lavori di ristrutturazione si presentano urgenti perché, dopo il crollo del tetto, potrebbero verificarsi ulteriori cedimenti. Non si può neanche escludere il collasso dell’intera struttura. Per via dell’accordo sopra citato, il Comune di Pieve si è assunto la responsabilità di mettere in sicurezza l’area transennandola per evitare problemi alle persone che sono invitate a starvi lontano. Adesso auspichiamo che i lavori promessi possano essere effettuati in tempi brevi».
L’occasione è utile allo stesso assessore Stefano Campi per anticipare quale potrebbe essere la destinazione d’uso dell’ex stazione di Nebbiù una volta ristrutturata. «Diventerà un info point turistico ma non escludo una sua funzione ricettiva. Tante piccole stazioni un tempo tappa dell’ex treno delle Dolomiti sono state trasformate in luoghi utili sotto il profilo turistico. Quella di Nebbiù peraltro si trova in posizione strategica, darle un futuro una volta rimessa in piedi e soprattutto al sicuro non sarà difficile», conclude l’assessore. —
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