Ex Ceramica, firmati i verbali di mobilità per trenta dipendenti

Trichiana. Alla fine, su 13 impiegati si è riusciti a recuperare tre posti e su 22 operai sono 20 quelli usciti volontariamente
Trichiana, 28 aprile 2009. conferenza stampa alla ceramica dolomiteLa sede della Ceramica dove si e' svolta la conferenza dei sindacati
Trichiana, 28 aprile 2009. conferenza stampa alla ceramica dolomiteLa sede della Ceramica dove si e' svolta la conferenza dei sindacati

TRICHIANA. Dieci impiegati in mobilità forzata e 20 operai in mobilità volontaria incentivata. Trenta dipendenti dell’Ideal Standard hanno firmato ieri la loro uscita dallo stabilimento trichianese. Rispetto a quanto era stato stabilito all’inizio, su 13 lavoratori del gruppo Italia e Holding si è riusciti a salvare solo tre posti di lavoro, mentre per gli operai della parte industriale dell’Ideal soltanto due non hanno aderito all’uscita volontaria.

«Il risultato è buono per la volontarietà», precisa Gianni Segat della rsu della fabbrica, «ma il problema è che si sono persi altri posti di lavoro. Dal 2007 ad oggi circa 200 posti complessivamente sono stati tagliati. Si tratta di 200 giovani che non lavorano più da noi». Resta invece l’amarezza per i dieci licenziamenti forzosi. «Pur nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile e di avercela messa tutta, non siamo riusciti a fare quello che speravamo», conclude Segat.

L’azienda ha deciso di dividere le firme per la mobilità in due parti: al mattino gli impiegati e al pomeriggio gli operai. Ma prima, per questi ultimi è stata organizzata una mini assemblea in fabbrica da parte delle rsu per spiegare ai lavoratori cosa era contenuto nel verbale da sottoscrivere. «Per gli operai l’incentivo varierà a seconda del tempo necessario per ottenere la pensione», precisa Ugo Valgogno, rsu Femca Cisl, «per cui sarà più alto per chi alla fine dei tre anni di mobilità non avrà raggiunto ancora l’età pensionabile e minore per chi nello stesso periodo riuscirà ad ottenere l’indennità di pensione. Ogni lavoratore contratterà singolarmente questi elementi, sempre assistito logicamente dal sindacato», spiega Valgogno che aggiunge: «Da domani (oggi per chi legge, ndr) le persone che hanno firmato non lavoreranno più».

Il clima, ieri, quindi, non era dei migliori in una fabbrica che da oggi è già chiusa per le festività natalizie per riaprire il 19 gennaio (mentre alcuni rientreranno il 12). «Dispiace per i 10 impiegati che hanno dovuto andarsene contro voglia», sottolinea Valgogno. «La speranza è che con la ripresa dell’attività dopo Natale, ci possa essere la ripresa del settore e gli ordini possano aumentare secondo quanto previsto dal piano della società e arrivino anche i macchinari».

Paola Dall’Anese

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