Esplosione nel deposito dei treni tre operai ustionati al volto e al torace

Il boato ha scosso la città. La squadra stava lavorando con la fiamma ossidrica per riavviare il motore di un mezzo  

Belluno, esplosione in stazione: l'intervento dei vigili del fuoco

BELLUNO. La fiamma ossidrica che si avvicina al motore della ruspa e il boato che manda in aria tre operai della ditta Segeco di Mestre, tutti gravissimi, trasportati in tre ospedali per grandi ustionati di Veneto e Lombardia.

L’esplosione ieri pomeriggio intorno alle 15.40 ha scosso la città: all’esterno di un hangar-magazzino della stazione Fs un gruppetto di operai stava cercando di riparare un mezzo che aveva un guasto al motore. Normalmente la ditta, un’impresa esterna che effettua gli interventi per conto di Rfi, effettua lavori di sistemazione delle rotaie.



L’imprevisto, mentre i tre stavano effettuando un intervento di “manutenzione” spiega Rfi. Pur avendo preso le precauzioni del caso, con lo svuotamento del serbatoio, quando uno dei tre si è avvicinato al mezzo con la fiamma ossidrica, è saltato tutto. Svariate le ipotesi: la cannula della fiamma ossidrica potrebbe aver ceduto oppure lo scoppio potrebbe essere stato generato da una reazione con i gas che si erano comunque liberati in aria.

Esplosione in stazione a Belluno, i soccorsi ai feriti


Con lo scoppio potentissimo, avvertito in un raggio molto ampio, fin oltre la Cerva e piazza dei Martiri, c’è stata anche una violentissima fiammata che ha investito in pieno i tre operai: Natalino Paschetto, 53 anni residente a Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone, è stato elitrasportato a Padova al reparto grandi ustionati; Bruno Buono da Silva, 31 anni, brasiliano di origine ma residente in provincia di Roma, ieri in serata era in attesa del trasferimento al Niguarda di Milano; Valentino Martina, 53 anni di Tarvisio, è stato trasportato a Verona. Per loro ustioni al volto e anche al torace, uno dei tre avrebbe perso le dita. Gli indumenti che avevano addosso hanno preso fuoco.


Quando i primi soccorritori sono arrivati sul luogo dello scoppio, a qualche centinaia di metri dall’area passeggeri della stazione, troveranno i tre corpi uno distante all’altro, con evidentissime ustioni sul torace, alla testa e alle braccia.

Esplosione alla stazione di Belluno: tre ustionati
I soccorsi a uno degli operai rimasti ustionati


Tra i primi ad arrivare subito dopo la detonazione, i colleghi e il personale della Polizia ferroviaria, che ha il posto di guardia proprio alla stazione. Presenti anche i carabinieri dalla sede provinciale dell’Arma, che si trova a due passi dal luogo dell’incidente. «Abbiamo sentito un gran botto», racconta il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Francesco Rastelli. «Quando siamo arrivati con dei colleghi abbiamo visto i tre lavoratori stesi a terra: per fortuna erano riusciti a togliersi gli indumenti che avevano preso fuoco».

Sembrava lo scoppio di una bomba: per un momento è balenata l’idea di un attentato. I soccorritori si sono trovati davanti a un ennesimo incidente sul lavoro. Gravissimo.



La deflagrazione è avvenuta sul cofano motore della macchina operatrice adibita a lavori ferroviari, spiegano i vigili del fuoco, che sono accorsi con tre squadre e hanno subito messo in sicurezza il mezzo e prestato i primi soccorsi agli operai, poi presi in cura dal personale del Suem 118. Il comandante dei vigili del fuoco Girolamo Bentivoglio Fiandra, insieme con il funzionario di turno, ha coadiuvato i soccorsi fino alla messa in sicurezza dell’area interessata. Una ventina di minuti di via vai incessante di sirene tra il centro e viale Europa, l’area dello scoppio. Via vai soprattutto di ambulanze dal vicino ospedale San Martino, mobilitati anche due elicotteri del 118 (uno di Pieve e uno di Treviso): Falco ha verricellato due tecnici e poi spostato il ferito più grave a Padova.

Esplosione in stazione a Belluno, Falco verricella i tecnici


Le cause che hanno innescato l’esplosione sono al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco. Sul posto la polizia ferroviaria e una squadra della polizia Scientifica e personale dello Spisal, la Squadra mobile al completo, le Volanti. Le indagini sono iniziate con il sequestro del macchinario e la delimitazione dell’area: il pubblico ministero Marco Faion ha voluto rendersi conto di persona della portata del disastro e ha seguito i rilievi della polizia delegata alle indagini. Per ora si ipotizzano le lesioni gravissime. E si cercano le responsabilità. —


 

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